LA PROTESTA DI KOODANKULAM È COMPLETAMENTE LEGITTIMA
di Prashant Bushan
Senior Lawyer - Supreme Court of India
(traduzione e diffusione della redazione di RNA International)
Ho visitato Koodankulam ieri per incontrare i cittadini che lottano contro la centrale nucleare per vedere di persona cosa sta succedendo lì.
È stato molto impressionante e stimolante osservare la disciplina e la determinazione delle migliaia di persone, in particolare donne e bambini, ancora presenti sul sito di Dharna a Idinthakarai.
È deplorevole e condannabile che il Governo, gli amministratori locali e la polizia hanno fatto arrestatare centinaia di questi manifestanti con centinaia di procedure penali avviate nei loro confronti, rivolgendo loro assurde accuse di sedizione o naxalismo contro questi manifestanti pacifici.
L'energia nucleare è il modo più costoso di produzione di energia elettrica, oltre ad essere molto pericoloso, come è stato sottolineato da un certo numero di esperti indipendenti, quali Dr. E.A.S. Sharma (former power secretary), e tra gli altri il Dr. A.Gopalakrishnan (ex presidente, AERB) .
Oltre al rischio di un incidente catastrofico come è già successo a Chernobyl e Fukushima, che rende decine di migliaia di chilometri quadrati di terra inabitabile e incoltivabili, ci sono problemi molto gravi di stoccaggio del combustibile esaurito come la sicurezza stessa del combustibile nucleare.
Questo spiega anche perché la maggior parte dei paesi del mondo, in particolare dei paesi sviluppati, hanno abbandonato l'energia nucleare o sono sulla via di disattivare gradualmente gli impianti esistenti.
Il Giappone ha dovuto chiudere tutti, tranne uno, i propri reattori nucleari, dopo Fukushima, nonostante producessero il 34% del fabbisogno energetico.
Eppure, stranamente, l'India ha intrapreso una massiccia espansione del programma nucleare, ricorrendo perfino all'importazione di tecnologia come a Jaitapur, soluzioni che non sono neppure testate e che costeranno 2 lakh Crores (per un impianto di 10.000 MW), che renderà tutto più costoso, anche solare o energia eolica.
Sono state favorite Lobby ed imprese straniere del nucleare sotto pressione di certi governi?
In assenza di qualsiasi trasparenza... in queste offerte, non ci resta altro che il sospetto che siano le tangenti a motivare queste decisioni?
Nel caso di Koodankulam, vi sono diversi problemi aggiuntivi che rendono il sito inadatto per la creazione di un impianto nucleare.
Un comitato di esperti indipendenti ha sottolineato che vi sono notevoli testimonianze scientifiche di attività vulcanica, in questa zona, ed abbiamo anche a che fare con una zona sismica a rischio di tsunami.
Ci sono diversi villaggi molto popolati nelle immediate vicinanze, nonché una colonia recentemente istituita dal governo per la riabilitazione delle vittime dello Tsunami.
Inoltre, più minacciosamente, il NPCIL non ha rispettato le condizioni del AERB secondo cui l'impianto non soddisfa i requisiti per lo stoccaggio ed il sistema di raffreddamento delle barre di combustibile tramite l'acqua dolce.
Al progetto è stata data l'approvazione per i requisiti ambientali molti anni fa, senza una pubblica trasparenza e senza considerare questi gravi problemi.
Tutto ciò diventa ancor più grave in assenza dell'istituzione di un organismo indipendente di regolamentazione per l'energia nucleare. L'AERB continua a funzionare come un dipartimento della Commissione per l'Energia Atomica.
Anche le ispezioni sulla sicurezza degli impianti già esistenti condotti dalla AERB nel '79, '86 e '95, che hanno sottolineato seri problemi di sicurezza degli impianti esistenti non sono stati resi di pubblico dominio nonostante le promesse del Primo Ministro.
I manifestanti Koodankulam sono quindi pienamente da giustificare nell'agitazione contro il nuovo impianto.
È indispensabile che il governo rispetti i loro sentimenti e le preoccupazioni e sospenda immediatamente i lavori presso l'impianto.
Si deve costituire un comitato credibile, di esperti indipendenti, per esaminare tutte le questioni sulla sicurezza che sono state sollevate, in modo trasparente, con audizioni pubbliche e bloccare tutti i cantieri del nuovo impianto fino a che tutte le questioni sulla sicurezza non saranno state affrontate in maniera credibile.
Tutti i manifestanti arrestati devono essere rilasciati e le accuse contro di essi devono essere ritirate.
Tutti i piani di costruzione di nuovi impianti nucleari devono essere sospesi fino a che un organismo di regolamentazione, indipendente, sulla sicurezza, non sarà istituito e le verifiche sulla sicurezza di tutti gli impianti già esistenti e di quelli in costruzione non saranno condotte in modo trasparente.
Nucleare: «I lavoratori di Fukushima, colpevoli e vittime»
di Alissa Descotes-Toyosaki
Un lavoratore della centrale nucleare di Fukushima (Yushi Saito)
Nel "Sonic club" di Iwaki, a 50 km dal centro di Fukushima Daiichi, Yushi Saito canta con la sua chitarra. È vestito con pantaloni larghi da lavoratore ed un asciugamano nero legato intorno alla testa. Si tratta di un lavoratore della centrale distrutta, residente di Tomioka, una graziosa cittadina balneare, di cui non resta più nulla:
«La città dove sono nato è stata completamente irradiata. La casa dove ho vissuto è stata spazzata via dallo tsunami, i fiori di ciliegio, il mare dove abbiamo giocato, tutto, tutto, tutto è contaminato.»
Malattie dell'esofago e della prostata
Questa canzone intitolata "La Voix de la ville sinistrée" è stata composta nell'aprile 2011, prima che Yushi fosse riassunto a Fukushima. Una canzone che ha poi scelto di restare in silenzio per mesi, in segno di rispetto per i lavoratori:
«Ero molto arrabbiato con la Tepco e ho composto diverse canzoni per criticarli. Ma quando sono tornato alla centrale, ho visto che molti dipendenti di questa società erano anche rifugiati provenienti dalla zona di evacuazione e mi chiedevo a cosa giovasse esprimere la mia rabbia.»
Eppure i mesi sono passati e Yushi ha continuato a sentire rabbia, «non contro i lavoratori, ma contro i dirigenti della Tepco che, nei i loro uffici a Tokyo, non si preoccupano dei lavoratori che sono a Fukushima.»
Dal mese di aprile, Yushi si occupa della decontaminazione dei veicoli della centrale numero uno, nel complesso del J-Village dove, dopo la triplice catastrofe dell' 11 marzo, sono ospitati i lavoratori. Un lavoro alla giornata per uno stipendio di circa 12.000 yen (120 euro), poco più di un altro lavoro, ma con maggiori rischi. A 28 anni, Yushi presenta da un mese disturbi all'esofago ed alla prostata.
«Rivedere un giorno i ciliegi in fiore»
«Nessuno può sapere cosa accadrà fra dieci anni» dice commentando. Per questo giovane interinale di Fukushima Daiichi, l'urgenza è altrove:
«Io e la mia famiglia siamo stati evacuati in Iwaki. Ora decontamino i veicoli che escono dagli impianti. Così facendo ho l'impressione di contribuire un po' alla mia regione. Ma non lo faccio per la nazione.»
Cosa gli dà forza, Yushi ce lo dice in questa canzone che finalmente ha deciso di cantare questa sera:
«La fede in me mi dà la forza di vivere, così come la speranza di rivedere un giorno i ciliegi in fiore nella mia città.»
FOTO 2 - La città di Tomioka, situata nella zona off limits (Alissa Descotes-Toyosaki)
Dei circa 1.000 lavoratori della centrale distrutta di fukushima Daiichi, l'80% proviene dalle città e dai villaggi della terra di nessuno. Un fatto sconosciuto anche in Giappone, come ci racconta il signor Suzuki, un altro profugo del nucleare. Cinquantenne, padre di due figli, Suzuki parla sotto pseudonimo. Dipendente della Tepco da quindici anni, è nativo di Okuma, una città costiera a 3,5 km dalla centrale dove si trovano i reattori 1 e 4:
«Tra i 60 dipendenti della TEPCO che lavorano nella mia sezione, alcuni hanno già superato in cinque mesi la dose di 100 mSv [la dose annuale di radiazioni tollerata in Giappone è di 20 mSv per i civili e 250 mSv per i lavoratori degli impianti nucleari ndr]. Io sono ancora solo a 50 mSv.»
«Anche il governo centrale è colpevole»
Il signor Suzuki ha la responsabilità, dal momento dell'incidente, del rilevamento della radioattività dei lavoratori:
«I media, che non conoscono le condizioni di lavoro presso lo stabilimento, pensano che solo i liquidatori sono contaminati...»
Nella sua voce, non c'è né rabbia né amarezza. «Abbiamo causato un sacco di problemi alla nazione», dice semplicemente.
Dopo l'evacuazione con la sua famiglia nella casa dei suoi genitori a Iwaki, il signor Suzuki è tornato immediatamente a lavorare presso lo stabilimento, fabbricando cuscinetti per sei ore al giorno senza mai uscire. Da quel momento, è rimasto la maggior parte del tempo nei locali dell'impianto numero due o a J-Village «per tenersi pronto».
«Nessuno si lamenta, ma ciò che ci fa male è vedere che, dopo il disastro, tutta la responsabilità è stata riversata sulla Tepco, mentre anche il governo centrale è colpevole», dice puntando il dito contro la capitale.
«Questa la riteniamo un'ingiustizia, soprattutto perchè la prefettura di Fukushima non fa uso di energia nucleare. Noi abbiamo lavorato tutti questi anni per alimentare Tokyo e ora, quelli che erano dalla nostra parte si sono rivoltati contro di noi…»
«Se non fossimo noi a fare questo lavoro, chi lo farebbe?»
Il signor Suzuki sa che ci vogliono ancora dai venti ai trent'anni per smantellare i reattori della centrale distrutta. Reattori il cui cuore è "probabilmente" ancora in fusione.
«Devo mantenere la mia famiglia e comunque, se non fossimo noi a fare questo lavoro, chi lo farebbe? La gente pensa che i dipendenti TEPCO sono molto ricchi, ma anche questo è un mito.»
Anche domani, ancora una volta, questo padre si alzerà alle 4:30 del mattino per andare alla centrale:
«I lavoratori di Fukushima Daiichi sono allo stesso tempo colpevoli e vittime della centrale. Questo è quello che li trattiene qui.»
L'energia nucleare per un futuro radioso» Un banner a Futaba, nella zona off limits (Alissa Descotes-Toyosaki)
FONTE: Alissa Descotes-Toyosaki - Traduzione per RNA: Angela Di Rito
Per il TERZO anno consecutivo RNA si schiera e promuove il Giorno della Memoria.
In passato questa DISTINTIVITÀ ci è valsa l'accusa di "sionismo" da parte di gente criminale e senza scrupoli e da gregari della virtualità del neonazismo, magari mascherato di neo fascismo "no-nwo".
Se tale etichettatura ci fosse giunta dai "sionisti" stessi o presunti tali... la cosa l'avremmo presa come un'OFFESA. Ormai è diventata una prassi da applicare a stampino dal gregariato ubriaco della rete.
Ma... dal momento che tale "etichettatura" arriva dal marciume NA-t-ZIonalista $ovranitario, ufologico, complottista, scriteriato, sciakimikista, notoriamente FASCIO-signoraggista e dalla FOGNA dei mille rivoli NEO NAZISTI di chi disinformaXe$i$tere non possiamo che prenderla che come un complimento...: tanto ogni confronto o "dialogo", anche con i seguaci (complici) virtuali di questa Fogna, è velleitaria ed insensata. Il Negazionismo, sempre di stessa Matrice, imperversa ormai da tempo a vari livelli:
Essendo, C O E R E N T E M E N T E , di matrice NAZI FASCISTA e$$o si manifesta innanzitutto sulla questione della shoa, con deliri ufologici vari e approfittando dell'immiseramento delle memorie. Strumentalizzando la questione palestinese e facendo risalire ogni nazi manipolazione al post 1948 quando invece la realtà della Storia Colloca il problema ere ed ere geologiche ben prima del 1948.
Nessuna di queste Fogne, ad esempio, vi citerà mai l'opera nazista del Gran MUTFI di Gerusalemme al servizio del Terzo Reich ed i vari summit con Adolf Hitler noti e stranoti alla cronaca che mai vi spammeranno.
Come RNA restiamo della convinzione che NON è certo attraverso un "anniversario" che si arginerà l'imperversare del Negazionismo e del NEO NAZISMO (di cui sopra). Restiamo, quindi, per l' "ANNIVERSARIO SEMPRE" e con la LOTTA quotidiana. Tuttavia certe scadenze potremo usarle come stimolo per intensificare l'opera di isolamento e debunkerizzazione di certe FOGNE.
"ANNIVERSARIO SEMPRE" e LOTTA QUOTIDIANA anche per riportare l'attenzione su altri (VERI) Genocidi e STERMINI, di fatto dimenticati ed elusi e fatti IGNORARE dalla perversione della Moda affidata al neonazismo:
Passando per il genocidio (vero) del RWANDA e di tutta l'Africa dove le ECCEDENZE UMANE, NON UTILIZZABILI COME MERCE vengono sterminate, ormai da tempo, senza "investire" granché neppure in filo spinato...
E senza dimenticare stermini e genocidi nei Balcani, nel Caucaso o in INDOCINA ad opera del SUPERcapitalismo CINESE O RUSSO.
E la lista potrebbe continuare all'INFINITO in ogni angolo del mondo.
CONTINUEREMO, QUINDI, la nostra contrapposizione in direzione OSTINATA E CONTRARIA a quello che sono i gregariati alla moda, già visti, anche al costo di scontrarci con presunte maggioranze "democratiche" che possono solo portare a Degenerazioni e PERVERSIONI in stile "Piazza Venezia"..... o da "Notte dei Cristalli"... consapevoli che un giorno potranno essere cancellate solo GRAZIE ad ennesime Piazzali Loreto e triangoli Reggio Emiliani.
Ecco la risposta del Ministro per l’Ambiente, Corrado Clini, alla domanda di Roberto Bagnoli sulla posizione del nuovo governo in merito al nucleare pubblicata nel Dossier Innovazione del Corriere della Sera il 12 dicembre (ma sul sito del Corriere risulta già la data del 9).
Viste le polemiche può chiarire la posizione sua e del governo sul nucleare?
«È chiarissima. Prendiamo atto che l’energia nucleare è una tecnologia energetica importante ma con uno spazio relativo: 10% a livello globale, 20% in Europa. Il referendum ha dato un risultato chiaro e non credo sia possibile riaprire in Italia il dossier del nucleare senza un "salto" nella sicurezza degli impianti. A questo proposito voglio ricordare che in tempi non sospetti avevo messo in evidenza la superficialità con cui era stato proposto per l’Italia il modello francese (Epr) molto critico per gran parte del nostro territorio. Oggi però il nucleare è oggetto di importanti investimenti in ricerche e sviluppo anche in settori non connessi con l’energia. Quindi non vedo perché l’Italia debba rimanere fuori».
L'intera intervista, che tra l'altro tratta anche del summit sul clima di Durban, è accessibile sul sito del Corriere della Sera qui:
L'ennesima sortita del Ministro del "Governo Monti" passata praticamente inosservata in tutti i circuiti ambientalisti non è sfuggita però a forum filonucleari come "Newclear", del "Forum Nucleare Italiano", che tanto si è battuto, a servizio delle Lobby, contro il referendum dello scorso Giugno e che vi ha dedicato il post del giorno.
Potete quindi comprendere le Ragioni del comunicato "Perché RNA continuerà ad esistere", comparso sulla pagina sociale RNA di facebook solo qualche settimana fa e dove, ancora una volta, si azzeccavano previsioni future, quando il "Governo Monti" non era ancora una realtà.
Vi Invitiamo ad iscrivervi alla Pagina Sociale di RNA: LA Rete Nazionale Antinucleare, che nei prossimi mesi ripartirà con una organizzazione diversa, aperta su vasta scala per un fronte di lotta contro TUTTE le "produttività" Nocive.
È l'UNICA realtà che coniuga resistenza ambientalista contro le produttività NOCIVE con la messa in discussione del modello di produzione borghese e dei rapporti di forza Capitale-Salario.
RNA ha iniziato nel 2009 ad operare diffusamente, sul territorio, contro il piano energetico sconfitto col referendum del 2011 rilanciando, in Italia, i Chernobyl Day ed entrando diffusamente nelle scuole ed università. Cosa MAI successa prima:
IRAN - Tra le carte di Sergio Castellari una pista sulle forniture nucleari.
Affiorano gli elementi di un giallo in odore di Irangate: l' embargo all' Iran di Komehini e il ruolo della Germania - Archivi Corriere della Sera.
Affiorano gli elementi di un giallo in odore di Irangate - TITOLO: Tra le carte di Sergio Castellari una pista sulle forniture nucleari
Vi proponiamo un interessante riferimento storico. Molto UTILE per comprendere cosa avviene in questo periodo in cui imperversano la Povertà estrema di memoria e la cialtroneria filo islamica del neonazismo infiltrato tra le deficienze "dal basso"... che vedono nella "NUCLEARIZZAZIONE" dell'Iran una sorta di legittimità di PRESUNTI "antimperialismi" da contrapporre al "capitalismo!" americano...
Come se il super capitalismo i$lamico, cine$e o quello Nazional Socialista di Putin (di coerentissima derivazione Nazional Bol$cevica)... ecc. fossero terreni vergini a confronto dell'"Occidente". Molti (TROPPI) per ragioni di disonestà ed opportunismo interiore NON amano ricordare la Vicenda dell'"IranGate....". La Madre di tutti gli scandali: quando si scoprì che l'Amministrazione del "demoniaco" Reagan, in realtà, era il PRINCIPALE FORNITORE DI ARMI E DI DOLLARI... DEL Regime Nazi Fascista, appena instaurato, di Komehini. In chiave ANTI-Europea.
E non fu neppure Un caso che durante la famosa "guerra dimenticata", dove gli interessi e le connivenze tra le borghesia industriali si mischiano e si confondono... L'Iran (che bruciava, per deviare..., le bandiere americane) era prevalentemente FINANZIATO dagli USA... mentre l'Europa sosteneva l'IRAQ di SADDAM....
ROMA . E adesso come facciamo con l' embargo?
Eravamo riusciti ad aggirarlo grazie alla Germania, ma ora anche loro hanno deciso di bloccare le forniture.
Dice più o meno così il foglietto trovato fra le carte di Sergio Castellari. Un appunto o poco più, con precisi riferimenti a una fornitura "proibita" all' Iran di Khomeini.
Forni per uso nucleare, come si e' detto. Che stando alle carte dovevano essere costruiti dall' Ansaldo (che ha smentito con molta decisione l' altro ieri) e fatti arrivare all' Iran attraverso la Deutsche Bank tedesca e la sua consociata inglese Morgan Grenfell.
Un appunto scritto a mano su carta intestata del ministero delle Partecipazioni Statali, con una calligrafia che però non è quella di Castellari. Un appunto pesante come un macigno, perché l' autore sembra essere un uomo dell' entourage del ministro, che era all' epoca il democristiano Carlo Fracanzani.
E perché la violazione di un embargo e' un reato. Ma non è finita.
In qualche modo quel pezzo di carta "odora" di servizi segreti. Su questo i giudici sono decisi a non dire niente, ma qualcosa e' venuto fuori lo stesso.
Si parla appunto di servizi italiani e tedeschi, come di due delle parti interessate a che il contratto andasse a buon fine.
Nella storia delle nostre "barbe finte" del resto avere le mani in pasta nei traffici d' armi o di altre cose proibite è una costante:
basti ricordare il generale piduista Giuseppe Santovito, morto nell' 84, inquisito nei primi anni ' 80 dal giudice Carlo Palermo proprio per traffico d' armi.
Era stato accusato di aver fatto da mediatore per una vendita di armi americane alla Somalia. O magari la storia piu' recente del "supercannone" che Saddam Hussein si stava facendo costruire a pezzi in vari Paesi del mondo, fra i quali c' era anche l' Italia.
A Terni una societa' dell' Ilva, la "Fucine", aveva addirittura versato una cospicua tangente per poter ottenere la commessa di costruzione della canna e della culatta della formidabile arma strategica.
Nella faccenda era finita anche la filiale della Bnl di Atlanta (quella appunto dell' "Irangate"), accusata di aver finanziato l' impresa con un prestito di 70 miliardi.
Ieri la Deutsche Bank ha nuovamente smentito qualunque collegamento fra l' istituto, Sergio Castellari e vendite irregolari di materiale nucleare.
Ma è una strana smentita, che parla solo del rapporto che l' ex direttore generale aveva con la banca adesso, evitando riferimenti al passato.
E invece l' appunto trovato fra le carte si riferisce a un contratto dell' 87 perfezionato solo nell' 88. Dice comunque il portavoce del gigante finanziario che "Castellari aveva da alcuni mesi un contratto di consulenza nel campo delle privatizzazioni".
Ma, aggiunge, "questo rapporto non aveva niente a che vedere col finanziamento delle esportazioni. Al quale ne' la Deutsche Bank ne' la Morgan Grenfell hanno partecipato". Ieri Sergio Castellari e' stato sepolto a Sacrofano, come aveva chiesto in quel biglietto lasciato sul sedile dell' auto. E rispettando le sue volonta' al funerale c' erano solo i familiari.
Loro non hanno mai avuto dubbi, a differenza di altri, su come sia morto il loro caro: hanno visto la sua ansia diventare ogni giorno piu' pesante, hanno visto i suoi nervi spezzarsi.
E quando hanno ricevuto le lettere, hanno capito subito cosa stava per succedere.
La storia terrena di Sergio Castellari si e' dunque chiusa ieri mattina, quello che ha sfiorato (forse per caso) nei suoi anni di lavoro continua invece a interessare la giustizia:
domani il procuratore aggiunto Ettore Torri e il sostituto Orazio Savia cominceranno a interrogare i testimoni che finora sono riusciti a trovare. Fra i primi a essere sentiti Giulio Andreotti (che incontro' Castellari quel giovedi mattina) e Vittorio Cavallari, l' amico dal quale il manager aveva trascorso la sua ultima notte.
Fino a quando non si riconoscerà il vero significato della parola “democrazia” e tutto ciò che questa implica, resteremo sempre intrappolati nella dinamica dei due opposti, dove il vincitore sarà sempre e comunque chi rappresenta la maggioranza. Del resto si sa che l’ opinione o il senso comune, benché condiviso dalla maggioranza, non sempre coincide col buon senso. La democrazia è la mistificazione secondo la quale il “popolo” ha potere di decidere, la democrazia è un illusione ed una trappola, è la dittatura della maggioranza.
La notte scorsa, incuriosita da un commento dove si affermava che in realtà De Magistris non ha vietato la manifestazione di casa pound a Napoli, ribadendo che di fatto lui non può far nulla, mi son ritrovata a leggere con più attenzione la notizia, per la precisione un articolo de Linkiesta (questo: http://www.linkiesta.it/napoli-de-magistris-vieta-il-corteo-di-casapound ).
In realtà non voglio discutere del fatto in sé, la notizia in questione semmai è uno spunto per parlare in generale di una questione per me prioritaria.
Quello che di più di ogni altra dichiarazione mi ha lasciato l’amaro in bocca è stato leggere i commenti alla notizia. Niente di nuovo, cose trite e ritrite, avrei di certo preferito non leggerli, se non altro per salvaguardare la mia serenità, ma ahimè non riesco ad ignorare o sottovalutare queste problematiche. Ed infatti ne parlo prorpio per sottolineare la necessità e l’urgenza di una presa di posizione forte e chiara riguardo a questi problemi, prima che sia troppo tardi… visto che nei tempi oscuri in cui viviamo, ci resta ancora la vaga illusione di poter esprimere un’opinione.
Leggere che l’antifascismo è considerato come uno tra i “pregiudizi politici e sentimenti di cieco odio”, non solo mi suscita orrore e disgusto, mi allarma sempre di più. Altri commenti sono più o meno i soliti, già sentiti, ne riporto alcuni, solo per chiarezza:
Esiste la Democrazia e la libertà di pensiero e di parola sancita dalla Costituzione. Dichiararsi fascista non è più reato (legge appena passata per la chiusura del caso Castagna) Casapound è un centro sociale e non un partito
MANIFESTARE E' UN DIRITTO DI TUTTI. Sono di sinistra e nonostante tutto trovo del tutto incostituzionale privare dei ragazzi di libertà di esporre le loro idee, il loro pensieri per le vie della città.
Il nostro paese è contro il fascismo, come è contro il comunismo! Noi siamo in DEMOCRAZIA e casapound ha lo stesso diritto di manifestare che hanno i comunisti.
Non sono intervenuta nella discussione in questione, cosa che lascio volentieri ai “disobbedienti”, che nella loro propaganda ai ballottaggi dello scorso maggio hanno presentato il neo-sindaco come il paladino dell’antifascismo e dell’antimafia. Lascio volentieri a loro il compito di discutere e di confrontarsi con gli strumenti borghesi. Cito questi commenti solo perché rappresentano le opinioni dominanti sul dibattito intorno alla libertà di espressione e di manifestare di realtà neofasciste.
Ignorarli vuol dire permettere che si diffondano con maggior convinzione. E quella della democrazia diventa il pretesto per dar voce e legittimità a queste realtà.
Viviamo in tempi bui, talmente bui che già il solo mettere in discussione il concetto di “democrazia” suscita scandalo e fa raddrizzare le antenne ai più. Sì, a moltissimi, anche a molti cosiddetti antifascisti.
Se si affida l’antifascismo alle forze ed agli strumenti borghesi (Legge, Costituzione, Democrazia) è ovvio che questo diventa oggetto di discussione e di dibattito democratico, ed è altrettanto ovvio che la diatriba fascismo/antifascismo subisca le regole della democrazia. Per cui è fin troppo facile che di conseguenza l’antifascismo venga parificato al fascismo. E non c’è da sorprendersi se poi c’è chi afferma che l’antifascismo è espressione di odio ed intolleranza.
Uscire dalla logica della democrazia vuol dire impedire che opinioni di questo stampo, se già sono predominanti, diventino totalitarie, impedendo qualsiasi forma di dissenso e contestazione.
Il fascismo, come il nazismo, non è solo una fase storica ormai conclusa e terminata. L’ideologia nazi-fascista si ricicla e si reiventa di continuo, e continuamente cambia volto, fino a celarsi dietro le etichette dell’antifascismo e della democrazia.
Non è necessario che ricordi in questa sede i crimini del nazi-fascismo, è superfluo ricordare che i neofascisti con l’appoggio dei servizi segreti sono stati gli artefici delle stragi di Piazza Fontana o di Brescia, non è necessario ricordare fatti che sono di dominio pubblico per ribadire i motivi per cui fascismo e nazismo, neo o vecchio che sia, non può essere tollerato.
Il fascismo non è solo un aspetto mostruoso o una degenerazione della psiche umana, è una espressione, seppur estrema, delle contraddizioni fisiologiche del capitalismo: certa gentaglia si è sempre manifestata come guardia-spalle delle organizzazioni industriali europee, o anche italiane, talvolta addirittura anche in aperto sostegno ai berlusconi...
Inoltre va comunque ricordato che il fascismo in Italia nacque per dare fuoco alle sedi sindacali, non certo per ragioni marxiste, ma come squadroni armati direttamente dalle Borghesie Industriali. Ruolo che hanno conservato al 100% tutt'oggi facendo deviazionismo per puntare il dito contro non ben precisate ufologie bancario-massoniche... giudee... mondiali... Esattamente come sempre, da sempre.
Fascismo, Nazismo, insieme a tutta la vasta area dei movimenti nazi-onali ed identitari, sono un PERICOLO PER L’UMANITÀ.
Se non riusciamo ad opporre un fermo e chiaro NO, senza “se” e senza “ma” a chi si definisce apertamente fascista (come nei casi di casa pound e di forza nuova), come possiamo combattere contro tutte quelle forme subdole di becera propaganda nazionalista, identitaria ed antisemita che si nascondono dietro la sigla dell’antifascismo?Dai rosso-bruni ai fascisti no-global, che da una parte fanno gli antimperialisti contro la Nato e gli Usa e dall’altra porgono cieco sostegno a tutte le dittature presunte "anti-imperialiste" di tiranni e assassini come Gheddafi, Assad, Ahmadinejad, o di despoti come Chavez, Moralez e via dicendo… ?!
Il fascismo va combattuto in tutte le sue forme. Non è possibile nessuna tolleranza, nessun dialogo con i fascisti. Prima che sia troppo tardi…
Malgrado la convergenza verso Roma, organizzata attraverso bus e treni, da varie SIGLE, a Torino viene dato appuntamento per le 15 nella centralissima Piazza Castello. Nella mattinata vi era già stato un presidio sotto la sede di Banca d'Italia.
Uniche bandiere a sventolare quelle NO-TAV e striscioni e cartelli tutti rigorosamente anonimi. Attorno alle quattro fontane si radunano circa un migliaio di persone. Dopo un'oretta all'urlo di "corteo corteo" il corteo prende forma ed imbocca via Roma in direzione della stazione. Tamburi, suoni e imprecazioni contro un sistema economico, identificato come Sistema.
Si dica quel che si vuole... ma la cosa positiva rispetto alle manifestazioni pilotate da partiti e sindacati di un tempo, sempre volte ad avere come controparte le istituzioni ed i palazzi della politica... è che appunto in questo nuovo fenomeno si identifica il Potere Economico (nel caso recente quello "finanziario") come fonte di Mali e sofferenza sociale. Ruolo dei politicanti è stato sempre quello di DEVIARE l'attenzione dai Veri Potentati. Solo qualche anno fa sarebbe stato INIMMAGINABILE prendere di mira il sistema bancario: la sbirraglia istituzionalizzata con i suoi servizi D'ORDINE... l'avrebbe impedito.
Ma andiamo avanti. Imboccata via Roma la piccola folla inizia incredibilmente a crescere. In pochi minuti l'intero corso si trasforma in corteo e giunge nella vastissima Piazza San Carlo... dove la testa del Corteo, guidata anonimamente da quelli che possono essere solo giovanissimi studenti si dirige sotto la centralissima sede di BANCA INTESA - SAN PAOLO.
Cresce l'attenzione, la folla s'accalca... la piazza si riempie. Il rumore dei tamburi rimbomba e le urla ed imprecazioni contro questa Istituzione della Democrazia di Mercato si fanno forti e precise: "MAFIOSI" - "ASSASSINI".
Bene, benissimo. Un messaggio chiaro per i passeggiatori del sabato sorpresi dall'evento.
qui una sintesi video del passaggio sotto Banca Intesa :
Il corteo si ricompone e prende nuovamente la direzione di via Roma per poi dirigersi verso la sede di Equitalia e Banca D'Italia.
Sul percorso avviene un blocco del traffico dove un tram che pensava di passare comunque viene costretto a fermarsi ed i passeggeri costretti a scendere.
Dal megafono un invito ai passeggeri a "non imprecare" e a non prendersela con i manifestanti "anche perché presto un biglietto lo pagherete quanto un tram intero"... urla a mo' di sberleffo il megafono...
Il corteo si dirige quindi sotto la sede di Equitalia... che a Torino condivide un immenso stabile lussuoso che condivide con UNICREDIT. Volano alcune uova colorate (o marce che siano) che ridisegnano in stile Pollock l'austero portone di questi privati che fanno usura su mandamento dello Stato.
A poche centinaia di metri vi è poi la sede di Banca d'Italia... che è già presidiato da un cordone di polizia che impedisce di avvicinarsi al portone. La sosta obbligata con urla ed imprecazioni per poi dirigersi verso il punto di partenza di Piazza Castello per poi sciogliersi dopo aver girato una parte del centro.
Nessun incidente nessuna tensione.
Resta il fatto positivo che qualche migliaio di persone (fra cui molti giovanissimi) sono scesi in piazza su contenuti impensabili negli ultimi trent'anni. Come già fatto notare prima, Capipopolo e servizi d'ordine... in passato hanno sempre veicolato le proteste sotto la referenza politica. Era impensabile, un tempo, rivolgersi contro il Potere economico. Questa volta l'assenza di partiti ed affiliati di sistema (violacei o no che siano) oltre ad essere un fatto POSITIVO s'è fatta sentire.
Altra cosa POSITIVA. Per tutta la manifestazione la deriva monotematicamente "antiberlusconiana" tra slogan e megafonate non si è verificata. Massimo 30 secondi o un minuto. Per il resto temi globali di contrapposizione ad un modello economico che va ben oltre il berlusconismo. In questo senso il salto di qualità di questa esperienza può essere considerata in termini puramente anticapitalistici.
Resta invece un'amarezza. NON ignorabile. Qualunque fosse stato il senso o l'epilogo di questa manifestazione piemontese.
A pochi metri dalla manifestazione, nella centralissima, pedonale e chilometrica Via Garibaldi vi era un altro corteo immenso. Imponente, impressionante: quello dei passeggiatori del sabato sera e dello shopping. Totalmente ignari di quanto accadeva a pochi passi dietro qualche isolato...
NON solo. Sempre a pochi passi dalla manifestazione vi è il grande, grandissimo, mercato di Porta Palazzo... con una massa ancora piu' imponente, una folla spaventosissima di proletari, sottoproletari, precari, immigrati da tutto il mondo.
Questi manco sanno o hanno mai sentito nominare la parola "indignados"... totalmente ignari anche loro si accalcavano, come ogni giorno o come ogni sabato per cercar cibo fra le bancarelle (essendo inaccessibili i prezzi dei negozi e dei supermercati...). Un abisso di anni luce, forse incolmabile, rispetto alla consapevolezza di quel qualche migliaio in corteo.
Perché mai si continui a scappare dalla gente resta un mistero (ad esser buoni)... infondo la vera gente era lì e non si può certo dire che si è fatto qualcosa per coinvolgerla. Magari piu' in là....
La più grande documentazione di immagini sul web, ed in assoluto su youtube, sui fatti di Comiso del 1983. Quando il "primo" governo socialista varò, con la benedizione di Pertini e la complicità "gloriosa" del PCI di berlinguer... l'installazione di 112 testate nucleari nel piccolo centro siciliano.
Per circa 2 anni questo video è stato "danneggiato" da youtube a causa di segnalazioni fasciste e giustizialiste (i fascio legalitaristi violacei) che hanno scomodato le normative sui diritti d'autore in materia (piu' berlusconiani di così....) di musica per colpire il canale NunVeReggaeCchiù. Ma alla fine E$$I HANNO PERSO ed il video è tornato A BUON DIRITTO AD ESSERE ACCESSIBILE AI PIU' su youtube. A seguito della campagna "Uno ne chiudete, cento ne apriamo" il video fu appositamente rilanciato sul web, su altri canali e social network.
Le nuove generazioni non sanno assolutamente nulla dei fatti di Comiso. Girando su youtube si trovano riprese demenziali pseudobullistiche, cretinate immani o sottili campanilismi beceri.
Il videoclip è un mix di immagini note (a pochi) come quelle in bianco e nero, meno note quelle di alcuni giornali ed assolutamente inedite (quelle a colori).
Il video richiama l'attenzione sulle famose 3 giornate dell'Agosto 1983, quando il campo allestito nei pressi della base americana ospitò migliaia di giovani provenienti da tutta Europa e si diede vita ai 3 giorni di blocchi agli accessi della base missilistica.
Le immagini si susseguono in una inquietante cronologia... quasi a presagio di ciò che sta per accadere. E' suggerito seguire i titoli e commenti ed anche la conclusione. All'epoca non era neppure immaginabile internet e molte telecamere e macchine fotografiche furono sequestrate.