TAV nuovi massacri: Smettetela di
chiamarli "Nostri Ragazzi"
27 - 06 - 2011
Finitela sul serio di considerarli eroi... è ora di
finirla. Guardate quali interessi difendono. In nome
di quali criminali conducono massacri. Era tutto già
scritto. In passato, tramite il Video Documento (con
la D Maiuscola...) "Pagati Per Tacere" Vi abbiamo
spiegato cosa è la CMC di Ravenna, cosa rappresenta,
cosa fa e finanche quali connessioni ha con il
progetto TAV. Oggi vi riportiamo cosa è la
fantomatica "ditta" di cui nessun giornalaio parla
ed ogni testata giornalistica si guarda bene dallo
specificare.
Ecco cosa è la prima ditta (di cui ogg, al mutar del
business, nell'informazione di Regime nessuno piu'
parla) che recentemente ha richiesto la scorta di
oltre duemila poliziotti e carabinieri armati fino
ai denti:
L'attuale ITALCOGE è una ditta
"di famiglia" dei Lazzaro di Susa con una storia di
corruzione, fatture false, appalti truccati, truffa
su contributi regionali ...
Ecco, su cosa si fonda la "legalità invocata con gli
squadroni della morte, dalla banda Marcegaglia e
dalla coltre di vampiri notoriamente delinquenti che
spingono per l'apertura dei cantieri a costo di far
scorrere sangue.
Qui le fonti in merito, una rassegna stampa dal 1988
al 2005.
Fin dalla pre-recinzione del cantiere si comincia
con un'impresa del genere! Come possono ignorarlo
LTF, Cota/Bonino, Saitta, Chiamparino/Fassino e
Unione Industriale, visto che ha lavorato per RFI,
autostrada A32, Olimpiadi e tanti Comuni? Qualcuno
lo ricordi anche a Bonanni, che sponsorizza
apertamente assieme al Pd:
Il segretario Cisl Bonanni,
infatti, che qui conosciamo bene per il suo appoggio
incondizionato a Marchionne nell'opera di
rottamazione dei diritti dei lavoratori, ha avuto la
delicatezza di definire "fascisti" i NO-TAV che si
oppongono all'installazione del cantiere alla
Maddalena.
Dalle valli Susa e Sangone, già fronti della
resistenza, risponde l'ANPI con due comunicati.
Significativamente negli stessi momenti la Grande
Compagnia Generale degli Affari, riunita per
chiedere l'apertura del cantiere TAV con ogni mezzo,
veniva raggiunta dalla notizia di 7 arresti ed
indagine sull'assessore regionale nel loro sempre
fiorente (per le mazzette, non per i piccoli
ospedali) comparto Sanità. [VEDI] Che autorevolezza
morale!
Qualche organizzazione di artigianato e commercio si
dissocia e fa notare che le associazioni d'impresa
imploranti "l'uso della forza" sono solo 4 su 13.
[Fonte
http://www.notavtorino.org ]
Il cartello
finisce in cella
Dati di Cronaca NERA tratti
da L'Archivio del quotidiano La Repubblica.
Il cartello finisce in cella.
Diciannove luglio del duemiladue — pagina 2
sezione: TORINO
Un funzionario del Magistrato del Po, tre
tecnici del Comune di Torino e nove
imprenditori sono stati arrestati ieri per
reati che vanno dall' associazione per
delinquere, alla turbativa d' asta, alla
corruzione.
Il blitz della guardia di
finanza del Nucleo Provinciale e degli agenti
della polizia municipale è durato tutto il
giorno. Cento perquisizioni in tutta Italia, 350
finanzieri impegnati nelle catture danno la
dimensione dell' inchiesta che ha azzerato il
«cartello» che gestiva i lavori pubblici del
Comune di Torino relativi alla pavimentazione
stradale. «Truccati» quasi tutti gli ultimi
appalti del comune, dai lavori di
riqualificazione ambientale di via XX Settembre,
vicino al Duomo (partiti nei giorni scorsi), a
quelli appena conclusi per la risistemazione di
piazza Bodoni, all' abbattimento delle barriere
architettoniche.
Quarantanove giorni dopo
il blitz del 30 maggio scorso dei pm Roberto
Furlan e Paolo Storari (coordinati dall'
aggiunto Bruno Tinti), che portò in carcere
tredici piccoli imprenditori della Val Susa per
turbativa d' asta, la procura di Torino ha
ora concentrato la sua attenzione sui «cartelli»
organizzati dalle imprese medio grandi, quasi
tutte quelle storiche del Torinese che si
spartiscono gli appalti sotto i 5 milioni di
euro regolati dalla legge Merloni.
E le due inchieste sono
collegate non solo dal «tredici», il numero
degli arrestati in entrambi i blitz. Dalla prima
indagine, infatti, scaturisce la seconda, dalle
dichiarazioni e dalle confessioni dei primi 13
imprenditori arrestati sono state svelate le
corruzioni e si sono delineati i contorni di
tre importanti gruppi imprenditoriali che si
accordavano per offrire anche ribassi del 30 per
cento e aggiudicarsi i lavori, spartendoseli poi
con il complesso sistema del subappalto.
Sono stati gli imprenditori
Claudio Gombia (Sirio srl), e Ferdinando
Lazzaro (Italcoge), finiti in carcere a
maggio, ad esempio, a tirare in ballo il
funzionario del Magistrato del Po Adriano De
Falco, offrendogli (stando al capo di
imputazione firmato dal gip Emanuela Gai), il
primo 8,5 mila euro e il secondo 20 mila.
In cambio di tanta
generosità, il funzionario assegnava a quelle
ditte lavori a Susa di ripristino delle sponde
fluviali. Il Gombia aveva adottato lo stesso
metodo pagando una mazzetta da 12 mila euro (in
cambio di trattamenti preferenziali), al
funzionario dell' ufficio tecnico del comune di
Torino, Albano Pallotta.
A pagare tangenti (12 mila
euro), a Pier Angelo Castellaro, anch' egli
geometra al Comune torinese, sono stati più
imprenditori arrestati a maggio. Oltre a Gombia
(che materialmente effettuava la consegna del
denaro), hanno pagato anche Giacinto Orso (Cogeca)
e Luciano Lucco (Escavazioni Valsusa). Stessa
sorte giudiziaria è toccata al terzo geometra
comunale, Michele Torciano, definito dagli
imprenditori in un' intercettazione telefonica
«il vampiro».
A lui i soldi - 7,5 mila euro
- furono consegnati da Felice Bracco (Bracco snc),
in cambio di una accelerazione nei pagamenti, un
occhio di riguardo nell' assegnazione dei lavori
e un occhio chiuso sui controlli. Per quanto
riguarda la corruzione ai pubblici ufficiali, c'
è ancora un fronte aperto: quello di alcuni
funzionari dell' Anas che avrebbero incassato
mazzette.
A svelare questo retroscena
ancora tutto da chiarire è stato un imprenditore
arrestato nella prima tranche dell' inchiesta,
Francesco Butano (dell' omonima impresa). In
concorso con lui (che avrebbe provveduto
materialmente a consegnare 9 mila euro e a
prometterne altri 20 mila), è stato arrestato
ieri Angelo Semenzato, della Site di Bologna,
una ditta specializzata nella posa di cavi.
Le tangenti dovevano servire
a tacitare le osservazioni dell' Anas su lavori
non eseguiti dei ripristini stradali dopo la
posa dei cavi di fibre ottiche fra Moncalieri e
Bardonecchia. Fin qui la corruzione.
Per otto imprenditori la
contestazione riguarda l' associazione per
delinquere finalizzata a turbare il mercato. Il
meccanismo era lo stesso già individuato nel
primo filone d' indagine di maggio.
Le imprese si associavano a
gruppi costituendo veri e propri «cartelli» a
volte in concorrenza l' un con l' altro, a volte
alleati. Il funzionamento della presentazione
delle offerte era simile a chi, giocando al
totocalcio, si associa con tanti giocatori per
puntare su un sistemone.
Più partecipanti ci sono, più
alta è la probabilità di azzeccare il «tredici»,
cioè di aggiudicarsi i lavori. Il primo
«cartello» individuato dalla magistratura è
stato quello di Piero Arlotto, Sebastiano Borio
e Giacomo Cumino. Erano loro che prendevano le
decisioni del «cartello» di imprenditori del
quale facevano parte Carlo Tribaudino (Impregest),
Fernando Pia (Coesit), Armando Brillada (Brillada&Vittorio
srl), Gianmichele Artuso (Pavimentazione
Moderna), Michele Capitolo (Tecnico srl) e Marco
Cavagnero (Sisea).
Erano loro che distribuivano
agli «associati» i ribassi d' asta da presentare
alle gare d' appalto, e che partecipavano alle
riunioni con i rappresentanti di altri «gruppi».
Il secondo «cartello» era coordinato da Nicola
Smaldone (sindaco del «Consorzio fra
costruttori») e da Aldo Puttin (consorzio
ravennate delle cooperative), il terzo da
Bruno Bresciani (Bresciani Bruno), da Luigino
Valle (Valle Costruzioni), e da Paolo Mottura
(Consorzio imprenditori subalpini). Tutti
arrestati.
ALBERTO
CUSTODERO -
ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984
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