L'ESPERIENZA
ANTINUCLEARE DI AVETRANA ED IL TERRORE DEI POLITICI
Avetrana è un
comune del Salento che negli anni Ottanta fu scelto
come sito per la costruzione di una centrale
nucleare.
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Di Massimo Greco Febbraio 2011
La mobilitazione che si manifestò in questo
minuscolo centro e che coinvolse anche altri centri come Manduria, Sava,
Maruggio ed altri comuni di questo territorio ai confini tra Taranto, Brindisi e
Lecce esplose ben prima della catastrofe di Chernobyl e mise alla berlina la
classe politica locale.
Cosa significava una centrale nucleare quasi
ai confini tra le provincie di Lecce, Taranto e Brindisi? In un territorio dove
al tempo già imperversavano tumori e leucemie e dove le numerosissime cave di
tufo scomparivano (SI'...: SCOMPARIVANO ! ) a vista d'occhio riempite non certo
con terra rossa del mediterraneo... ?
La Puglia, è risaputo, è terra povera di
fiumi. Praticamente INESISTENTI nel Salento. L'insediamento di tale mostruosità
produttiva avrebbe significato solo l'assassinio delle poche risorse idriche e
delle falde acquifere carsiche: trivellazioni, invasi ed incanalamenti dalla
vicina costa jonica finalizzati ad un unico disegno criminoso: devastazione e
saccheggio del territorio.
L'agitazione che coinvolse
principalmente anche Brindisi (con lo storico Comitato Antinucleare Contro
l'Energia Padrona), città già interessata dalla criminale devastazione del
progetto carbonifero di Cerano, dilagò poi anche nel resto del Salento fino a
Lecce e ad ovest con Taranto.
Inizialmente le istituzioni partitiche
tradizionali (Tutte nucleariste dal MSI al PCI di berlinguer...) non reagivano e
si tenevano a distanza dal coinvolgersi direttamente, temendo delegittimazioni
con ripercussioni elettorali. Che poi arrivarono.
Con l'incalzare della piu' sacrosanta delle
delegittimazioni iniziarono a prendere posizioni localiste.... e veniva davvero
da ridere a constatare l'antinuclearismo della DC di Manduria... dei missini e
quindi del PCI...
Ma tale operazione non servì, ad esempio, a
scongiurare il tracollo di Manduria ed altri comuni... dove si arrivò alla
scomparsa dei partiti tradizionali ed alla creazione di una lista civica
cittadina antinucleare. E dove alle elezioni politiche i partiti tradizionali
dell'area "costituzionale"... furono letteralmente annientati.
Le manifestazioni di Brindisi, l'intervento
del movimento studentesco locale rappresentano una peculiarità unica a livello
mondiale.
Fu una stagione di lotte che interessò anche
i contadini, e la gente del posto che dimostrò di non aver alcun bisogno di
aspettare una Chernobyl per imporre il proprio NO.
Il disastro del 1986 e successivamente il
Referendum... ci hanno poi fatto dimenticare per oltre un ventennio questa
straordinaria risposta di una regione. Di un'area territoriale praticamente
IGNOTA e sconosciuta.
Anche il concerto indimenticabile di Stefano
Rosso a Torre Colimena, nell'estate del 1983, fu il successone di una
manifestazione antinucleare con mostre e coinvolgimenti da tutta la regione.
Durante l'evento vi fu anche una mostra fotografica sulle manifestazioni
contadine di Avetrana e Manduria contro il nucleare. Tale Mostra fece anche
tappa ad Oria dove per la prima volta in assoluto si svolse un evento sulla
pubblica piazza contro il nucleare.
E non mancarono le azioni repressive.... specie in quel di
Brindisi o Carovigno.
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Questo documento pubblicato su facebook da No Nukes (Massimo Greco),
nella primavera del 2009, e rilanciato nei mesi scorsi da RNA, è andato
recentemente perso per ben 2 volte grazie alla censura sollecitata dagli
interventi in BRANCO della FECCIA VIOLACEA dei "SERVI dal basso" della Rete, dai
fascistissimi che disinformano per esistere agli sbirri "senza bavaglio" che
rappresentano il piu' grande bavaglio per tutti: ancora una volta sono riusciti
ad ottenere la censura di questo documento per 2 volte nel 2010, allo scopo di
colpire RNA che lo ha diffuso. Viene adesso condiviso anche sul web e su altri
account per resistere all'attacco dei vigliacchi.
Questa documentazione e molto altro è reperibile grazie
all'ARCHIVIO STORICO "BENEDETTO PETRONE":