"L'Italia è ancor oggi un paese
nucleare. Se un'azienda elettrica, per
esempio EDF, EON, la stessa ENEL,
volesse aprire una centrale
ELETTRONUCLEARE nel nostro paese avrebbe
a disposizione le norme di legge per
farlo. Pur con due referendum che ci
sono stati propagandati da chi usa il
nucleare come feticcio per farsi
pubblicità – e mi riferisco al partiti
come l'IDV e ai gruppi ambientalisti
come Greenpeace."
Ad affermarlo è
Daniele Rovai
intervenuto in video conferenza al
Chernobyl Day di
Vasto (e di cui vi proponiamo
anche la versione video, come
intervista) trasmessa in diretta
streaming dal canale RNAnews durante
l'evento del 26 Aprile dove è stato
proiettato nella Sala Convegni dei
centralissimi "Ex Palazzi Scolastici" il
film "Materia Oscura" di Massimo D'Anolfi
e Martina Parenti. Evento che ha visto
anche la partecipazione in video
conferenza di attivisti antinucleari
dagli USA come
Erica Gray,
Libbe HaLevy
e da Mumbay, India, di
Anuj Wankhede.
Secondo Rovai "se in Italia non si
costruiscono da decenni centrali
elettronucleari e reattori di ricerca è
solo perché non conviene. Non conviene
perché l'iter per costruirle è tortuoso
– come deve esserlo una regolamentazione
che tratta dispositivi a fissione – e
pieno di sorprese – le proteste delle
popolazioni. Se ci fosse una
legislazione simile a quella che c'è per
costruire infrastrutture pubbliche –
autorizzazione unica, conferenza di
servizi, etcc – che semplificano i
controlli dando al costruttore privato
mano libera – valga come esempio la
finanza di progetto (o project financing
cosidetto) .
I nostri costruttori e le nostre banche
farebbero a gara a proporre progetti e
finanziamenti. Ma non è così. Anche se
nel 2008 il governo Berlusconi con la
legge 1441 tentò il colpaccio.."
Rispetto a questa introduzione Massimo
Greco, intervistando
Daniele Rovai, ha posto un elemento
(vedi video), oggi dimenticato dai più,
che risale alle cronache antecedenti il
Referendum dove la Presidente di
Confindustria di allora, Emma
Marcegaglia, oggi promossa renzianamente
al vertice di ENI..., ebbe a dichiarare,
ripresa da numerosi quotidiani, che in
caso di ripensamento del governo o dei
governi si sarebbero dovute risarcire le
imprese impegnate nel piano energetico.
Queste imprese esistono, tant'è che il
26 Aprile 2010,
durante una manifestazione in Piazza
Affari, a Milano, di fronte
alla Borsa... RNA diffuse la lista dei
nomi (pubblicata anche da numerosi
quotidiani...) ed erano anche tante.
Come mai NON se ne parla più? Non
risultano interrogazioni parlamentari in
merito. Non sarà mica che, come spesso
avviene, in questo Paese di Misteri ci
ritroviamo a "risarcire" queste
"aziende" con strane (solite) "partirte
di giro" che poi vanno a pesare sulle
bollette?
Su questo elemento, Rovai, ha risposto
di non essere a conoscenza di questa
lista di aziende e delle dichiarazioni
stesse della Marcegaglia ma in
riferimento alle bollette ha ricordato
che già stiamo pagando per lo
smantellamento delle vecchie centrali
sin dal 2000 anche se in tutti questi
anni lo smantellamento non è mai partito
così come restano notoriamente equivoche
le voci sulle rinnovabili ribadendo che
allo stato attuale della legislazione,
non appena vi saranno le condizioni
economiche e politiche favorevoli
"questi partiranno all'attacco": le
Lobby non perderanno tempo a rilanciare
l'opzione nucleare, e lo faranno con i
soldi pubblici.
Italia
Nucleare, dopo il Referendum, Perché NON
è finita.
di Daniele Rovai
Ecco le leggi che ancor oggi regolano la
gestione delle sorgenti radioattive e la
costruzione, gestione e smantellamento
di centrali elettronucleari e di
ricerca.
Legge 230 del 17 marzo 1995
Art. 37
Impianti non soggetti ad
autorizzazione ai sensi
dell'articolo 6 della legge 31 dicembre
1962, n. 1860
Gli impianti nucleari comunque destinati
alla produzione di energia elettrica
compresi anche quelli non soggetti
all'autorizzazione di cui all'articolo 6
e seguenti della legge 31 dicembre1962
n. 1860, possono essere costruiti solo a
seguito del nulla osta alla costruzione,
sotto il profilo della sicurezza
nucleare e della protezione sanitaria.
Art. 38
Istruttoria tecnica
Art. 39
Consultazione con le Amministrazioni
interessate
Art. 40
Parere dell'ANPA
Art. 41
Progetti particolareggiati di
costruzione
Art. 42
Collaudi
Art. 43
Prove non nucleari
Art. 44
Prove nucleari
Legge 31 dicembre1962 n. 1860
Art. 6
L'esercizio di
impianti di produzione e utilizzazione
dell'energia nucleare a scopi
industriali nonché gli impianti per il
trattamento e la utilizzazione dei
minerali, materie grezze, materie
fissili speciali, uranio arricchito e
materie radioattive, con esclusione
degli impianti comunque destinati alla
produzione di energia
elettrica, sono
autorizzati con decreto del Ministro per
l'industria e per il commercio, sentito
il Comitato nazionale per l'energia
nucleare.
Il richiedente
deve dimostrare di possedere capacità
tecnica ed economica adeguata. Deve
presentare il progetto dell'impianto,
indicando particolarmente la località
prescelta, le modalità per la
dispersione ed eliminazione dei residui
radioattivi, la spesa ed il tempo
necessario di realizzazione, le modalità
per la prestazione della garanzia
finanziaria prevista dall'art. 19.
Il decreto di
autorizzazione deve indicare le modalità
della garanzia finanziaria per la
responsabilità civile verso i terzi,
nonché le modalità di esercizio che si
ritengano necessarie per la tutela della
pubblica incolumità ed ogni altra
disposizione ritenuta opportuna per
l'esercizio dell'impianto.
Le modifiche degli
impianti devono ottenere la preventiva
approvazione del Ministero
dell'industria e del commercio, sentito
il Comitato nazionale per l'energia
nucleare.
Questa legge
è oggi ancor valida tanto che è stata
modificata
(ma solo per alcune parti accessorie) da
due decreti legislativi:
Dlgs 15 febbraio 2010, n. 31
(23/03/2010)
Dlgs 4 marzo 2014, n. 45 (10/04/2014)
Per essere chiari:
se un'azienda, un'università, vogliono
costruire un reattore nucleare di
ricerca lo possono fare chiedendo
un'autorizzazione ministeriale. Non
servono le regole della Legge 230. Un
decreto e si costruisce.
Ma cosa diceva il referendum del
1987?
Volete che venga abrogata la norma che
consente al Cipe (Comitato
interministeriale per la programmazione
economica) di decidere sulla
localizzazione delle centrali nel caso
in cui gli enti locali non decidono
entro tempi stabiliti?
Volete che venga abrogato il compenso ai
comuni che ospitano centrali nucleari o
a carbone?
Volete che venga abrogata la norma che
consente all’ENEL (Ente Nazionale
Energia Elettrica) di partecipare ad
accordi internazionali?
In sostanza si chiedeva di abolire delle
facilitazioni per la cotruzione. Ma
non si vietava di costruirle. Il
governo decide una moratoria di 5 anni e
poi decide di smantellare
l'esistente..... ma dal 1999 con la
liberalizzazione del mercato elettrico e
la trasformazione di ENEL in azienda
privata, se voleva, poteva costruire
nuove centrali nucleari.
Cosa fa nel 2008 Berlusconi?
Inserisce delle norme in un decreto
legge che devono semplificare le
procedure della 230. Non scrive una
legge che riproponga il nucleare, ma una
serie di norme da affiancare alla 230.
Sintetizzando la legge dice:
Dove costruire le Centrali Nucleari
Scegliere quali Impianti costruire
Decidere come compensare i comuni che
avranno quelle servitù nucleari.
(rimettono una norma eliminata dal
referendum del 1987)
Dove costruire i Depositi per le scorie
radioattive
Stabilire le procedure autorizzative e i
requisiti soggettivi, le regole cioè,
per l’industria nucleare
Decidere che gli impianti nucleari sono
aree di interesse strategico nazionale e
quindi soggette a speciali forme di
vigilanza e di protezione (forze armate)
Avere il potere (il governo) di
sostituirsi alle decisioni prese dagli
enti locali (comuni, provincie e
regioni) coinvolti nel procedimento
autorizzativo in caso di mancato
raggiungimento delle necessarie intese
(rimettono una norma eliminata dal
referendum del 1987)
Permettere l’uso dei terreni militari
per la costruzione
di “impianti energetici” (leggi
nucleari)
Cosa abroga il referendum voluto
dall'IDV del 2011?
Abroga le norme introdotte dalla legge
1441.
Con la vittoria del referendum tutto
ritorna come prima.
C'è la 230 e le altre leggi.
Basterà che un nuovo governo riproponga
quelle norme.....e si dovrà fare un
terzo inutile referendum?
La soluzione perché l'Italia non sia una
nazione nucleare....è una sola:
una LEGGE COSTITUZIONALE con un unico
articolo
ART 1
In Italia non si possono costruire
impianti nucleari per la ricerca e la
produzione di energia elettrica.
Ma a nessuno interessa una legge del
genere.
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La versione video con intervista durante
l'Evento di Vasto trasmessa in diretta
streaming:
★ RNA È l'UNICA realtà che coniuga
resistenza ambientalista Contro le
produttività NOCIVE con la messa in
discussione del modello di produzione
borghese e dei rapporti di forza
Capitale-Salario. ★ Dal 24 Settembre
2009: Questo è il taglio e la
motivazione RIGIDA e COERENTE che
DETERMINA ogni nostra "AZIONE", scelta
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