SINDROME BALCANI-QUIRRA.
La rapina di vita e salute.
La lotta dal basso lunga dieci anni di famiglie,associazioni di militari e comitati antimilitaristi della Sardegna,sorretta solo da pochissimi parlamentari(non Sardi!),ha strappato un risultato: la seconda commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito pone fine alla depistante diatriba sul nesso causa-effetto tra uranio/inquinamento bellico e sindrome Golgo/Balcani/Quirra;
equipara i poligoni ai teatri di guerra,le vittime civili alle vittime militari;
riconosce la responsabilità della Difesa e delle Forze Armate e rovescia su loro l’onere della prova.
I risultati della Commissione Parlamentare(2/2/2008) sono recepiti-tardivamente, dopo un anno – con il DPR 37/2009 che sancisce il diritto al risarcimento delle vittime e al contempo lo disciplina applicando l’Italico principio “fatta la legge fatto l’inganno” stanzia fondi irrisori e,soprattutto,fissa “il parametro oggettivo” della residenza nel raggio di km,1,5 dalle strutture militari riuscendo cosi ad escludere la grande maggioranza delle popolazioni contaminate dal Poligono di Quirra-Perdasdefogu e l’intera Teulada.
Non cessa d’indignare il cronico omertoso silenzio delle Istituzioni,della classe politica e dirigente della Sardegna.
Piano di monitoraggio del PISQ (Poligono Interforze Salto di Quirra) l’espediente del costo di euro 2,5 milioni per eludere responsabilità e sedare il popoloSardo.
Il Piano è la controffensiva immediata( Dicembre 07) ai risultati della Commissione d’Inchiesta, la frenetica corsa ai ripari di Ministri della Difesa (Parisi, La Russa) e Stati Maggiori, la seconda mossa sono i decreti del 2010 che esonerano le Forze Armate dalle responsabilità penali,una sorta di lodo Alfano pro generali passato sotto indecente silenzio.
Lo scopo del Piano è dichiarato con ingenuo candore o estrema arroganza: ”Tranquillizzare (alias sedare narcotizzare) la popolazione locale nonché il personale del PISQ” “Acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare che il Poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza, eludere l’obbligo di risarcire le vittime dell’epidemia di Leucemie alterazioni genetiche che ha come epicentro il PISQ.
Forze Armate, Ministri della Difesa e Nato si arrogano e mantengono saldo il doppio ruolo, scandalosamente inossidabile di controllore e controllato, Giudice e parte in causa. Loro predispongono e gestiscono il Piano di Monitoraggio, di fatto un Piano d’acquisto di strumentazioni e connessi servizi di esame ambientale, un esame che non può dare risposte alla “Sindrome Quirra-Escalaplano” come ammettono le stesse Forze Armate e le cinque Ditte che si sono aggiudicate l’appalto Nato “ovviamente” non bisogna vedere i morti e i malati, pertanto si azzera disinvoltamente l’indagine sanitaria imposta dalla Legge che ha stanziato i 2,5 milioni per gli accertamenti (Finanziaria 07) e persino dai Decreti aggiuntivi del Piano.
Gli specchietti per le allodole. Il coinvolgimento delle Autorità locali (Prov. Cagliari e Ogliastra, ASL 4 e 8, alcuni Sindaci e persino Gettiamo le Basi) propagandato come garanzia di democraticità e trasparenza, di fatto, è stato confinato alla possibilità di esprimere osservazioni, ovviamente di mero dettaglio e scarso o nullo ascolto del Piano di caratterizzazione preconfezionato.
La propaganda “procedura di evidenza Pubblica ” per selezionare cinque ditte fornitrici è stata gestita “in famiglia” da un agenzia Nato. A cose fatte si è nominata una Commissione Tecnica Mista di Esperti priva della possibilità d’intervento sostanziale su metodologie e tecniche predisposte dai contratti appaltati.
La componente civile ( quattro persone prive dell’indispensabile strumentazione tecnica e di supporti finanziari) ha respinto al mittente di validare servizi e forniture delle cinque ditte,ha rifiutato il ruolo di notaio compiacente.
La patata bollente è passata alla riluttante ARPAS, l’agglomerato di pezzi e funzionari della ASL responsabili di cinquant’anni di mancati controlli, sponsor delle più cervellotiche teorie scientifiche salva Basi Militari, dall’asineria dell’arsenico killer di Quirra (ASL 8) alle alghe insaziabili mangiatrici del torio radioattivo rigorosamente “naturale” che abbonda nell’arcipelago Maddalenino, Base atomica USA fino al 2008 (ASL 1).
“Il diavolo fa le pentole non i coperchi”.
Qualcosa non è andato per il verso agognato e predisposto da Ministri e Generali.
Veleni di guerra a Baunei (Nu). La ditta vincitrice del lotto “determinazione radioattiva aereo dispersa” ha affidato la rilevazione delle nano particelle alla dott.ssa Antonietta Gatti che usa egregiamente i microscopi atti a ingrandire 120.000 e le ha trovate a Baunei prescelta come “bianco” punto di riferimento-comparazione dati in quanto si presupponeva totalmente esente da inquinamento radioattivo da Poligono.
Non trova nano particelle,invece la multinazionale vincitrice del lotto più consistente e nevralgico ( la SGS una partecipata FIAT l’affittuaria stabile del Poligono da mezzo secolo,presumibile corresponsabile della contaminazione) le cerca come da contratto con microscopi giocattolo che ingrandiscono solo a 8.000.
Parrebbe che l’ARPAS si sia ancora accorta dell’inghippo.
L’indagine dei Veterinari, scappata dai cassetti superblindati e approdata sui giornali e tv, ha scombussolato i giochi. L’esame delle matrici biologiche, ostinatamente voluto da Gettiamo le Basi, nonostante sia stato recepito in modo talmente limitato e inadeguato da sprofondare nel grottesco, è stato il grimaldello che ha consentito l’indagine anamnestica. I veterinari della ASL, andando oltre il compito meramente esecutivo “di manovalanza” assegnato, hanno svolto con scrupolo la fondamentale indagine su greggi e allevatori di ovini.
I dati inoppugnabili e agghiaccianti confermano il numero esatto degli omicidi noti e monitorati dal 2001 dalla stampa e dalle associazioni di base,ostinatamente ignorati da “quelli che contano”. Il merito delle ASL, però non attenua ma rafforza l’inquietante interrogativo sul perché si sia aspettato 10 anni per effettuare questa imprescindibile raccolta dati e verifica delle denunce popolari.
Il costo dell’indagine anamnestica non supera di molto il prezzo della benzina necessaria per un giro nell’area martoriata. Che si aspetta per estenderla almeno all’intera popolazione di Quirra e alle altre categorie a forte rischio (agricoltori, militari e famiglie residenti, i 145 dipendenti delle imprese che operano a Capo San Lorenzo ecc.) ?
L’intervento della Procura. Le scontate rasserenanti conclusioni del monitoraggio-bidone sono state presentate il primo Febbraio 2011. E’ stato un flop! I dati di fatto portati alla luce dall’inchiesta della Procura di Lanusei hanno reso impresentabile e insostenibile l’immagine “scientifica” di lindo Poligono ecologico,danno una tinta ancor più cupa e minacciosa del quadro e della devastazione ambientale e sanitaria che denunciamo dall’ormai lontano 2001.
…….. e non cessa di fare nuove pentole
“Il primo passo”.Hanno preso a raccontarci che il monitoraggio made Difesa & Forze Armate sarebbe il primo passo per l’accertamento della verità,però non dicono che il fantomatico passo successivo implica un costo almeno non inferiore a quello del “primo passo”, Euro 2,5 milioni.
Chi e quando lo finanzierebbe?
Perché mai la collettività dovrebbe farsi carico di un indagine che oggettivamente implica la regressione nella diatriba infinita dell’indimostrabile nesso diretto causa-effetto?
Al momento l’opzione più gettonata dal ceto politico e l’indagine epidemiologica…. Sarebbe la terza con i crismi dell’ufficialità!
L’escamotage del “primo passo” è stato usato e abusato a partire dal 2001 nel tentativo, vano, di tranquillizzarci, di rimandare eternamente al futuro l’ora della verità,di rendere digeribili indagini farlocche, 7 su 8 delle precedenti respinte al mittente da Gettiamo le Basi e dall’opinione pubblica.
Il cosiddetto monitoraggio-durato 3 anni, dal 2007 al 2011- è il passo numero nove,la nona puntata della cinica ricerca infinita a NON TROVARE quello che si vuole NON TROVARE, eludere la priorità di fermare la strage in atto, dilazionare all’infinito l’unico intervento razionale possibile suggerito dal buon senso e imposto dalle norme Italiane e internazionali:
Deportazione o diaspora. La soluzione è ventilata a mezza voce. Impone cautela l’ecclatante effetto boomerang della proposta avanzata formalmente ai pescatori di Teulada del TRASFERIMENTO A VITA IN TUNISIA in graziose villette gentilmente regalate dall’esercito Italiano e dal Ministero della Difesa. Per la popolazione del Sarrabus, Gerrei, Ogliastra si punta all’allontanamento volontario, l’auto deportazione “senza oneri per la Difesa”.
Uranio “impoverito”,Commissione parlamentare d’inchiesta num° 3.
Il presidente dell’attuale commissione, Rosario Costa, asserisce “la problematica vaccini rappresenta uno dei filoni più rilevanti e innovativi dell’inchiesta”.
Con scarsa fantasia si ripropone il depistaggio tentato e fallito nel 2001,su vaccini,stress da guerra,benzene e quant’altro serva ad assolvere Ministri della Difesa e Stati Maggiori. Coerentemente la commissione ha scelto come consulente scientifico Franco Nobile, membro del Comitato Nazionale scientifico di Legambiente. Il suo studio del 2001 “prevenzione oncologica nei reduci dei Balcani” ha individuato i principali fattori di rischio della sindrome Golfo-Balcani: vaccini e costumi patogeni dei soldati con l’uso di zampironi e insetticidi vari, sigarette, tatuaggi, cellulari e - abiezione massima - “sia pure con una certa reticenza,diversi soggetti hanno dichiarato di assumere superalcolici” alcuni persino una volta a settimana,altri una volta al mese ( pag. 41).
Ci ostiniamo a credere che il popolo Sardo abbia uno scatto di dignità e indirizzi la sua volontà e le sue energie per espellere il tumore delle colonizzazione militare, per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di paradiso della guerra, vittima e complice silente di tutte le guerre di rapina sedicenti umanitarie e democratiche.
Ne ha le capacità, con le sue sole forze ha costretto a fuggire da La Maddalena la potente Marina da Guerra USA.
Documento di Mariella Cao, Comitato Sardo Gettiamo le Basi.
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