Azione diretta RNA al Poligono
militare Capo Frasca
COMUNICATO STAMPA
Il Poligono
Militare di "Capo Frasca" sorge nei pressi di
Oristano sulla costa Centro occidentale della
Sardegna.
Nell'ambito delle manifestazioni simultanee del
Chernobyl Day (oltre 500 quest'anno) RNA, la Rete
Nazionale Antinucleare, ha organizzato numerosi
eventi in Sardegna anche con veri e propri blitz nei
poligoni militari a cui hanno preso parte persone
giunte dal resto d'Italia.
Se «Capo Frasca è
come Quirra» come ha sostenuto l'assessore
provinciale alla sanità, segnalando l'incremento di
tumori alla tiroide e chiedendo l'intervento della
Regione, "Allora dobbiamo entrarvi e fare
un'azione proprio lì": è quanto comunicato da
RNA nell'organizzare il blitz nei pressi di
Oristano.
«Ho svolto il servizio
militare nel poligono di Capo Frasca nel 1997,
due miei compagni d'armi sono morti
giovanissimi, per colpa di due tumori rarissimi.
Sarebbe potuto succedere anche a me, ringrazio
la fortuna e il cielo se io adesso posso
raccontarlo. Lo faccio per i miei amici che non
ci sono più»: è quanto ha dichiarato l'ex aviere
Angelo Piras, classe 1979, di Scano Montiferro,
«Sopravvissuto», all'Unione Sarda il 30 Gennaio
2011 ["Tumori anche a Capo
Frasca"]
Quanto è bastato ad un
agguerrito staff di RNA per recarsi muniti di
rilevatore GEIGER al poligono e son bastate
poche centinaia di metri... per imbattersi in
alcuni serbatoi abbandonati (vedi foto) dove il
rilevatore geiger è balzato improvvisamente a
1.46 microsievert per h.
Secondo la testimonianza di Angelo Piras «Gli
aerei italiani, francesi, inglesi, tedeschi e
statunitensi, cioè i cacciabombardieri,
passavano a volo radente e mitragliavano i
bersagli in alluminio, realizzati dall'Alcoa di
Portovesme. Li trapassavano da parte a parte. E
noi dovevamo poi ripulire il terreno dai
proiettili».
E i militari in servizio operavano a mani nude:
« Sempre. Eravamo soldati di leva, manodopera a
costo zero. Ce n'erano tantissimi, come
stradelle di ghiaia. Molti erano inesplosi,
lunghi due palmi, li aprivamo e all'interno
c'erano sostanze strane».
Quindi operazioni pericolose dove «Nessuno ci
controllava, nessuno sapeva niente. Neanche i
nostri superiori. E anche alcuni marescialli si
sono ammalati a Capo Frasca. Anche loro
vittime».
Tutti passaggi e testimonianze spesso messe in
ridicolo da giornali e giornalisti-giornalai,
anche a Quirra, ed altrove..., che non guardano
mai in faccia a nessuno quando devono sbattere
il mostro in prima pagina in fatti di cronaca
nera maniacale ma che diventano subito difensori
armati del "dubbio", della "legalità" e della
"prudenza" quando si tratta di difendere gli
interessi economici e commerciali della piu'
sanguinaria delle MAFIE di chi uccide, contamina
e commette stragi in nome del "fare impresa".
" Nucleare civile e militare: mercato
criminale ": reca la scritta su uno striscione
di oltre 10 metri realizzato da RNA
appositamente per le iniziative in Sardegna.
Il problema va
quindi ben oltre l'ipotetico futuro nucleare che
speculatori e gente senza scrupoli vogliono
riaprire in materia energetica.
La
contaminazione è rimasta non risolta a livello
di rifiuti e scorie già dalle dismesse centrali
colabrodo fortunatamente bloccate dal referendum
del 1987 e resta immanente il problema della
produttività militare dove esiste e sussiste
"mano libera" nelle sperimentazioni militari di
morte e dove la perversione criminale di chi fa
impresa resta protetta dall'omertà mafiosa
istituzionale ed anche dalla complicità di chi
si arrende fra la popolazione magari in cambio
di miseri quanto notoriamente improbabili
"vantaggi".