Il "NUCLEARE BERLINGUERIANO" - Vol. 5 - Il "PEN" Piano Energetico
Nazionale del 1981 e il caso ENEL..

★ Nel 1981 si ha l'approvazione del PEN - Piano energetico Nazionale. Il PCI votò a favore e contribuì anche alla sua scrittura attraverso emendamenti che furono accolti dalla maggioranza democristiana. D'altra parte la partecipazione compromissoria all'interno delle Partecipazioni Statali era un dato di fatto consolidato da tempo...

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Dopo le vicende e le ADESIONI alla legislazione in materia di nucleare negli anni 70 e durante i governi di Unità Nazionale esposte nei capitoli precedenti qualcosa cambia nel panorama sociale e movimentistico nel Paese
ma il PCI ne resta insensibile.

 

La sfiducia dell’opinione pubblica riguardante l'utilizzazione del nucleare per la produzione di energia in ambito civile ebbe sensibilmente inizio dopo un grave incidente occorso nel 1979 presso la centrale nucleare “Three Miles Island” in Pennsylvania - Stati Uniti.

Nel 1981 si ha l'approvazione del PEN - Piano energetico Nazionale. Il PCI vi votò a favore e contribuì anche alla sua scrittura attraverso emendamenti che furono accolti dalla maggioranza democristiana. D'altra parte la partecipazione compromissoria all'interno delle Partecipazioni Statali era un dato di fatto consolidato da tempo. Il Percorso fu tortuoso anche a causa delle numerose modifiche intercorse nell'arco di 12 mesi e decreti e puntava a rilanciare ANCHE il carbone e per via di una manovra aggiuntiva che trovò compimento solo nella notte del 22 Dicembre.

Nella "SEDUTA DEL 18 DICEMBRE 1981" Il deputato radicale Alessandro Tessari rivelò numerose operazioni che spiegavano il ricorso a decreti per un notevole stanziamento da approvare. Leggete bene questa parte del resoconto stenografico della Camera dei Deputati... perché vi aiuta a capire cosa fu tutto quello che si muoveva attorno al carrozzone ENEL ed il perché di determinati equilibri che si romperanno attorno al referendum del 1987 e che affronteremo nei prossimi capitoli sugli Anni '80.

[ http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0429/sed0429.pdf ]

Disegno di legge (Discussione) : S. 1618. - Conversione in legge del decreto - legge 30 ottobre 1981, n. 609, recante modificazioni al regime fiscale di alcuni prodotti petroliferi e conferimento al fondo di dotazione dell'ENEL. Modifica alla legge 11 maggio 1981, n. 213 (approvato dal Senato) (3002).

TESSARI
Volge al termine non solo la settimana, ma anche una sessione importante; nell'imminenza delle feste natalizie, si è più disinvolti nel concedere al Governo la possibilità di arraffare provvediment i molto discutibili.
Si è disposti (colpevolmente, da parte di chi ammette questo andazzo) anche a tollerare il metodo scorretto dello strumento usato dal Governo.
Non credo servano molte parole per dimostrare la scorrettezza del ricorso al decreto-legge, caro rappresentante del Governo: non si nascondono 8.000 miliardi di un decreto-legge per il fondo d i dotazione dell'ENEL!
Sono mesi che i partiti politici qui rappresentati chiedono di discutere la situazione amministrativa, finanziaria e patrimoniale dell'ENEL, ma non ne trovate il tempo!

Non avete tempo nemmeno per un progetto di legge ordinaria per il rifinanziamento del fondo di dotazione decennale dell'ENEL :
volete strappare 8.000 miliardi, praticamente senza discussione alcuna!
E scorretto, è intollerabile da parte del Governo, che in realtà continua ad usare questo grand e carrozzone che è l'ENEL, in maniera ben disinvolta.
Illustrato l'articolo 3 con il regalo di 8.130 miliardi all'ENEL, il relatore ha proseguito il suo intervento e mi consentirà di ricamarvi sopra qualche cattiveria :

probabilmente glielo hanno preparato i funzionari dell'ENEL, perché è chiaro che egli ha letto ciò che l'ENEL voleva che qua dentro si dicesse! Non ha detto ciò che egli pensava sul piano energetico e sulla politica dell'ENEL, anche perché in Commissione non lo abbiamo mai sentito sollevare quella che è la vera questione da cui poi si può giungere fino al finanziamento dell 'ente.

Il collega Abete ha detto che questi miliardi servono per dare attuazione al piano energetico nazionale;
ha fatto finta di credere — dico questo perché sono convinto che egli è intelligente — alle bugie che ha letto e cioè che questi miliardi servono a dare corpo al piano energetico nazionale.

In questo piano sono contenute delle enunciazioni gratuite ed esso non è impegnativo per il Parlamento; è infatti un documento elaborato dal Governo e dal CIPE che dovrà però trovare un seguito nelle leggi di attuazione.

Noi vi attenderemo allorquando queste leggi saranno emanate e non vi lasceremo certamente la vita tranquilla.
Perché dico questo? Perché non si può nascondere la verità all'opinione pubblica, male informata dall'ente che beneficia degli ottomila miliardi.

Perché dico che l'opinione pubblica è male informata?
Perché milioni e milioni di italiani, che ricevono trimestralmente la bolletta della luce, sono venuti in possesso di uno strano messaggio firmato dall'ENEL.

In esso è scritto:

"caro abbonato, ti domanderai perché la bolletta è aumentata, e la risposta sta nel fatto che il Parlamento non ha approvato la legge n. 2383."

Questa legge per l'utente non ha alcun significato: e magari nel prossimo messaggio si dirà che è colpa dei radicali se tale legge non viene approvata . Si fa poi capire subdolamente — perché in questo gli amici che governano e dirigono l'ENEL sono maestri — all'utente che per questa volta la bolletta è alta ma in un prossimo futuro, quando si saranno costruite le centrali nucleari, la bolletta diminuirà:

questo si è fatto intendere all'utente italiano!

Ciò rappresenta un'autentica barzelletta.
L'ENEL non è autorizzato a fare tutto ciò; noi abbiamo chiesto le dimissioni del presidente Corbellini, perché non può essere consentito alla concessionaria pubblica di fare, con il denaro pubblico, la propaganda al Governo od a certe parti del Parlamento.

L'ENEL rispetti le leggi approvate dal Parlamento e non scenda in campo, mentre un progetto di legge è in discussione, per sollecitare una o l'altra soluzione, salvo che non si voglia dire apertamente che l'ENEL è cosa del ministro Marcora, della maggioranza nella logica di «cosa nostra» che sembra essere molto popolare in questo Parlamento.

Quando si erogano ottomila miliardi all'ENEL senza discutere, si è in presenza di «cosa nostra»: si è in presenza di una rapina.

[MORO, Sottosegretario di Stato per le finanze: Ottomila miliardi dilazionati in 10 anni!].

TESSARI Alessandro. Certo. Diceva il collega Abete di installare delle centrali; ma quali centrali? Nella discussione svoltasi in Commissione — vi siete vergognati di portarla in aula e l'avete confinata nel chiuso della Commissione; avevate infatti paura che si desse troppa pubblicità a quello che si diceva — si è detto che il ministro Marcora giustificava sei centrali nucleari — due a Montalto e quattro in progettazione — perché nel decennio appena iniziato prevedeva un tasso di sviluppo economico del paese pari al 3,5 per cento.

Questo tasso di sviluppo previsto e programmato comportava un fabbisogno energetico che poteva essere soddisfatto con la realizzazione di sei centrali nucleari.

Quando abbiamo saputo che il ministro, autorizzato a fare programmazioni e previsioni, è il ministro La Malfa, e che questo ministro fa tutt'altre previsioni per lo sviluppo di questo decennio (parla infatti di uno sviluppo dello 0,5 o dell'1 per cento, e di fronte alle dichiarazioni di Marcora ha detto che queste sono gene - rose utopie) noi vorremo sapere dal Governo — ma temo che l'amico Moro non sia in grado di sciogliere questo nodo — quale dei due ministri racconta le bugie: La Malfa o Marcora.

Se l'ipotesi di sviluppo è quella di La Malfa, non ha senso costruire sei centrali nucleari, poiché non serviranno molto probabilmente.

Per fare una battuta, se le costruiamo con la logica con cui abbiamo costruito e gestito le centrali di Caorso e del Garigliano, cioè centrali che stanno più chiuse che aperte (ed ogni giorno di chiusura costa all'ENEL circa 800 milioni) allora si capisce che il fondo di dotazione servirà a pagare i fallimenti gestionali dell'ENEL.

Pertanto il ministro ed il Governo nel suo insieme non hanno saputo spiegare perché nel piano energetico si ipotizzavano sei centrali nucleari ; non solo, ma nel settore specifico del nucleare, vi è un altro ente che ha chiesto tremila miliardi e che ancora non li ha avuti.
Ciò non certo grazie all'opposizione possente dei grossi partiti in questo Parlamento, ma per la puntigliosa opposizione ha detto che tremila miliardi ad un ente come il CNEN, che non ha presentato un credibile piano di lavori, non possono essere concessi; non si vara un piano nucleare come quello del CNEN (ecco perché, collega Abete, non credo che tu creda alle cos e che hai letto) dove si seguono reattori come il CIRENE, il Superphoenix ed il PEC con quel tipo di strutture, mezzi e disponibilità, nonché con quelle da parte del paese . Cerchiamo di essere più realisti:
noi siamo convinti che non è realizzabile nel suo complesso il piano energetico.

Per questo questi ottomila miliardi — che oggi ci viene chiesto di dare all 'ENEL — ci sembrano buttati dalla finestra ; e questo non perché non riconosciamo che l'ENEL abbia sacrosante esigenze economiche, anche urgenti, ma perché il tutto viene strappato con una campagna scandalistica del tutto falsa.

Non basta che il ministro Marcora, un giorno sì e l'altro anche, dichiari ai giornali che siamo sull'orlo del baratro, per essere poi smentito dal ministro Andreatta o dal ministro La Malfa, poiché questa è esibizione scenica, così come lo sono le dichiarazioni del presidente dell'ENEL Corbellini, il quale dichiara di non riuscire a pagare i fornitori, ragione per la quale dovrà mettere sul lastrico... (Commenti del sottosegretario di Stato per le finanze, Moro).

Caro Moro, se fosse così sul lastrico, non avrebbe chiesto 23 milioni di aumento del suo stipendio personale, proprio nel momento in cui non riusciva a pagare i fornitori.

Anche queste inopportunità sarebbe bene venissero evitate nei momenti in cui ci si strappano i cappelli e le vesti per presentarsi al paese come bisognosi di 8130 miliardi «natalizi» che il Governo sollecita con questo provvedimento.


Corbellini deve venire in Parlamento ; il Parlamento deve aprire una discussion e sullo stato complessivo dell'ENEL.
Solo dopo potremo fare il piano pluriennale ed adeguare il fondo di dotazione ad un piano realistico che rivisiti la struttura dell'ente.

Ma noi non riteniamo possa essere assolto fino a questo momento.

Quindi è scandaloso il metodo con cui venite a proporre di erogare 8130 miliardi con un decreto-legge ; lo stato debitorio e le disfunzioni dell 'ENEL non sono una delle calamità previste dall'articolo 77 della Costituzione, caro Moro!

Non è quella la sede! Quindi perché ancora una volta avete fatto ricorso allo strumento del decreto-legge?
Quando avete modificato il regolamento della Camera, avete blaterato che finalmente si sarebbe posto un freno alla produzione forsennata di decreti-legge da parte del Governo, vist o che l'opposizione radicale sarebbe stata messa a tacere.

Avete messo il bavaglio ai radicali, avete impedito gli ostruzionismi, però continuate a produrre decreti, anche quando non è necessario.

[MORO, Sottosegretario di Stato per le finanze. Per la parte fiscale permetterai...]


TESSARI ALESSANDRO. Infatti sto contestando di aver inserito nel decreto - legge l'articolo 3 che riguarda l'ENEL. La parte fiscale, invece, si commenta da sola e lo stesso relatore era piuttosto imbarazzato quando doveva giustificare che i maggiori introiti derivanti dall'applicazione di questo provvedimento sono riservati allo Stato: voleva pure spiegare che questo, forse, metterà un po' in crisi il settore automobilistico, che è già abbastanza in crisi.

Ma ormai siete voi a dare la spiegazione con questo modo di procedere:
voi rapinate dei soldi con queste misure, senza che ci sia un aumento dei prodotti petroliferi tale da giustificare questi aumenti fiscali.
Ma dite che questi aumenti poi vanno nelle casse dello Stato:
bontà loro che il ministro Marcora, o il ministro delle finanze, o il Presidente del Consiglio non li mettono nelle loro tasche!

Vanno nelle casse dello Stato, da cui poi la FIAT o l'Alfa attingeranno, sotto forma di cassa integrazione, quando dovranno registrare ulteriori difficoltà per il settore delle auto!

Questa è la logica perversa che ormai avete assunto come modello del vostro operare.
E certo dunque che non si può auspicare, pur senza favorire altri disegni, lunga vita a questo Governo, che continua a raccogliere il peggio della tradizione trentennale dei governi nazionali e cioè la mancanza di programmazione, la mancanza di un raccordo fra il momento in cui si aumenta l'imposizione fiscale e l'organizzazione degli interventi nei settori che di riflesso verranno colpiti, il perpetuarsi della politica forsennata di buttare miliardi senza voler discutere sulle strutture di un ente, come l'ENEL, facendo credere — come ha fatto anche il collega Abete — che il prezzo del chilovattora calerà e che la bolletta della luce, quando sarà stato realizzato il piano generale delle illusioni di Marcora, ci verrà praticamente regalata.

Siccome riteniamo che tutto questo non è vero, perché i paesi che hanno avviato un serio programma nucleare ci hanno detto che l'energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari non costa una lira di meno ...

CERRINA FERONI . Il solito Giappone!

TESSARI ALESSANDRO. Sì, il solito Giappone, il quale ci ha dimostrato che quell'energia non costa di meno, se si vuole procedere al piano nucleare in maniera seria e non come lo facciamo noi, «all'italiana», con centrali che chiudono a giorni alterni! Lì le centrali funzionano anche quando c'è il terremoto, perché nel giorno della nostra visita vi è stato un terremoto e loro hanno costruito una centrale a prova di terremoto!

Evidentemente questo costa e, nel costo complessivo, vorrei sapere dal collega Abete, se siano state anche calcolate le tangenti che paghiamo ai comuni perché ospitino le centrali nucleari.

Infatti il «bel» pacchetto del PEN (piano energetico nazionale) non può essere realizzato, perché le popolazioni delle località in cui il Governo ha intenzione di costruire le centrali nucleari hanno qualche diffidenza, forse perché conoscono la disinvoltura con cui si costruiscono le centrali, non solo quelle nucleari.

La risposta del Governo è la peggiore, la più scorretta, perché tende a comprare, a corrompere sindaci e comuni:
interi consigli comunali, che si fann o comprare a suon di miliardi! E siccome ci si vergogna di questi provvedimenti, li si è nascosti in una legge che si intitola:

«Risparmio energetico e fonti rinnovabili».


Così tutti vedono il sole, la geotermia e tutte queste belle cose, ma, nascosto tra le pieghe, c'è questo purulento articolo 17, con cui si danno miliardi — decine, centinaia saranno alla fine miliardi! — ai comuni per il disagio di vedersi installata una centrale nucleare.

Da mesi stiamo facendo battaglia su questo:
per impedire che questo scandalo passi, legittimando la corruzione di Stato.

L'altro elemento ridicolo e scandaloso contenuto nel piano energetico nazionale citato dal collega Abete, riguarda l'altra ipotesi del carbone.

Sappiamo che l'Italia non può attuare la riconversione nel senso del carbone, secondo le indicazioni previste dal piano energetico, perché non siamo attrezzati a livello di strutture ferroviarie e di sistema di rete distributiva.

Già adesso, prima ancora che si avvi un piano per rendere possibile l'utilizzo del carbone, ci sono i comuni che pensano di poter utilizzare il famoso articolo 17 per farsi pagare la tangente per il disagio che subiranno con l'attraversamento dei convogli che porteranno il materiale alle centrali di destinazione.

E questa logica perversa che ormai caratterizza questo Governo, che prima se ne va, meglio è, credo, per tutto il paese.

Noi siamo convinti che in questo settor e delicato non si possa rinviare la soluzione.
Siamo stati i primi a dimostrare disponibilità, volontà di confrontarci, volontà di discutere per trovare soluzioni realistiche e credibili, ma nel rispetto della legge, non nel raggiro della stessa, come viene prospettato con questi provvedimenti.

Ho concluso, signor Presidente, signor rappresentante del Governo .

Noi non sappiamo se questo decreto-legge sarà convertito in legge.

Per quanto ci riguarda, vorremmo auspicare che tutti coloro che rilevano la mostruosa presenza di questo articolo 3, relativo al regalo di 8 mila miliardi all 'ENEL per decreto-legge, vogliano prendere l'iniziativa, martedì prossimo (visto che avremo soltanto uno o due giorni di lavori parlamentari prima della pausa natalizia), di non fare questo regalo all'ENEL, ma di farne uno alla democrazia italiana, insegnando al Governo come si fanno le leggi e chiedendo al Governo di ritirare questo articolo e di introdurre il contenuto nell'ambito di un disegno di legge che consenta al Parlamento di discutere, a proposito dell'ENEL, su tutto ciò su cui il Parlamento ha diritto di discutere e su cui ha chiesto da tempo di poter discutere .
Noi ci muoviamo in questo senso. Vorremmo sperare (e questo è l'augurio che rivolgo soprattutto ai compagni comunisti, ai compagni del PDUP e a quanti hanno espresso perplessità anche da altri settori su questo inserimento dell'articolo 3) che si possa, tutti insieme, presentare degli emendamenti per modificare questa scandalosa e disinvolta operazione del Governo .

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Ecco come era composto il Consiglio di Amministrazione di ENEL tra il 1981 ed il 1986

ENEL Consiglio di Amministrazione (1981-86) (8 consiglieri + presidente)
Presidente: Corbellini (Dc), designato da Prodi - Vicepresidente: Inghilesi (Psi), designato da De Michelis -Consigliere: Bitetto (Psi), designato da Craxi - Consigliere: Lizzeri (Psi), designato da Donat Cattin - Consigliere: Fittipaldi (Psi), designato da Antonio Gava - Consigliere: Maschiella (Pci), designato dal Partito -Consigliere: Faletti (Pri), designato da Gunnella - Consigliere: Caffarena (Pli), designato da Altissimo - Consigliere: Averardi (Psdi), designato da Longo

 


 

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Tutto quello che i fanatici supporters del Business nucleare al torio non vi diranno mai. ____________________________

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Documenti, radici di una cultura industriale. Nomi, Fatti e Fonti inoppugnabili per capire responsabilità, ruoli e scelte che si RIpercuotono sulle Nostre vite di oggi. 10 Volumi per la storia del Movimento Antinucleare in Italia e per la Storia dell'ultranuclearismo politico e istituzionale..

Il "NUCLEARE BERLINGUERIANO"
Vol. 2

Nel 1975, a seguito degli ulteriori aumenti del prezzo del petrolio verificatisi nel corso dell’anno, il governo elaborò, su proposta del Ministro dell’Industria Carlo Donat-Cattin (l'ennesimo "sinistro" di area DC), il Piano Energetico Nazionale, approvato dal CIPE il 23 dicembre 1975..

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