Il "NUCLEARE BERLINGUERIANO" - Vol. 8 - UN AFFARE DA 4.300 MILIARDI.

TORINO - Dopo gli scontri con la polizia, le polemiche, anche all'interno delle forze politiche e sindacali che pure si erano schierate a favore: la centrale nucleare di Trino Vercellese si sta trasformando in un boomerang per la giunta di sinistra e per tutto il consiglio regionale che ha approvato a grande maggioranza la realizzazione.

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Adesso non ci sono soltanto i ripensamenti, più o meno disinteressati, di chi teme le reazioni dei Verdi e degli ecologisti, ma anche gli appetiti di chi vuole una fetta dei miliardi stanziati per questa centrale.
Gli uni e gli altri si accentuano, sia pure con differenti motivazioni, man mano che si va verso la scadenza elettorale di maggio.

L'incontro di ieri tra il presidente dell' Enel Corbellini e gli amministratori dei comuni interessati alla centrale di Trino ha cominciato a dare l' esatta misura di questo brutto pasticcio.
Il presidente della giunta regionale, il socialista Aldo Viglione, ha avuto il suo bel da fare nel tenere buoni i sindaci. "Cercheremo di instaurare un corretto rapporto tra il ministero dell'Industria, l'Enel e gli enti locali interessati" ha detto.

 


Momento antecedente le cariche della Polizia. Altre foto ed info sono disponibili sul Volume n. 7. Foto Gino Conti

"Da parte nostra offriamo la massima disponibilità e sin d' ora siamo pronti, senza preclusioni, ad aiutare quei comuni che dovessero sopportare oneri derivanti dalla realizzazione della centrale. Però è indispensabile l'accordo". Ma questo accordo appare piuttosto difficile.

Ai costi attuali la centrale di Trino comporterà un investimento di circa 4.300 miliardi.

E' prevista anche una pioggia di quattrini per i comuni: ma quali?

I primi dissensi sono scaturiti proprio da questo interrogativo, anche perchè ancora non è chiaro quali e quanti comuni saranno da considerarsi effettivamente interessati nel bene e nel male alla realizzazione della centrale. I criteri di individuazione sono infatti più di uno e sovente in antitesi tra loro.

L' Enea ha stabilito che sono da considerarsi interessati tutti i comuni compresi entro un raggio di dieci chilometri dalla centrale nucleare. Se questo fosse il metro di valutazione, l' epicentro non sarebbe Trino Vercellese, che dista dalla futura centrale oltre undici chilometri, ma altri tre comuni che si trovano in un raggio di appena tre chilometri.

Dunque sarebbe ingiusto che Trino beneficiasse della ricaduta positiva in termini di opere pubbliche di prossima attuazione e agli altri fosse riservato soltanto l'onere di convivere con la centrale dietro la porta di casa. Ma questo non è l' unico criterio per affrontare i problemi dell'insediamento nucleare.

E' stato il primo poichè si è cominciato a ragionare sull'area, tralasciando il resto; adesso però si dovrà tenere conto di altri criteri e ciò accentuerà la litigiosità che in parte è affiorata nella riunione di ieri.

I sindaci sono divisi tra chi ha dato parere favorevole in sede di consultazione e chi invece si è schierato contro. Su dieci comuni interpellati ben otto hanno risposto no e di questi sette sono democristiani.

Tra i due che si sono schierati fin dalla prima ora per la centrale c'è Trino Vercellese, monocolore comunista e sindaco dipendente dell' Enel. Adesso i criteri discriminatori sono saltati e anche chi si è sempre opposto alla centrale vuole partecipare ai benefici. Si parla di ricorso al Tribunale amministrativo regionale, mentre da più parti si invoca la costituzione di un consorzio per cercare di superare le divergenze tra comuni.

Alcuni si preoccupano del centro informazione per le popolazioni locali e altri sono convinti che tutto sommato aumenterà l' occupazione.

Ieri il consigliere regionale del Pli, Marchini, ha osservato che "se non si troverà subito un chiarimento, con l'avvicinarsi delle elezioni, aumenterà il numero di chi accampa meriti". Proprio per questo Corbellini ha insistito sulla necessità di raccogliere il massimo del consenso, spiegando le garanzie di sicurezza con le quali verrà costruita la centrale.

- di SALVATORE TROPEA
[ Archivio Repubblica — 08 gennaio 1985 pagina 7 sezione: POLITICA INTERNA ]



Questo vol. 8 segue il precedente con ampie informazioni sul senso della giornata di presidio al Consiglio regionale del Piemonte (guardare nella colonna a fianco, i volumi precedenti).


Gennaio 1985 – Momento delle Cariche al Presidio del Consiglio Regionale. La polizia spranga anche manifestanti in carrozzella. [Foto Gino Conti] - Altre foto ed info sono disponibili sul Volume n. 7 di questa serie.

LA STAMPA. CRONACA DI TORINO

Il Consiglio regionale ha scelto dopo dieci ore di animata discussione
Centrale nucleare: si farà a Trino

Un voto «sofferto», ma «indispensabile»: 43 sì, 6 no, 1 astenuto, 2 «non votanti» - Tutti i partiti hanno denunciato perplessità - Adesso incomincia la fase tecnica per la preparazione dei lavori - Lunedì la prima riunione dei sindaci della zona con la presidenza Enel

Oltre dieci ore di discussione in Consiglio regionale" per approvare la costruzione nella zona di Trino Vercellese, precisamente nell'area di Lerl-Cavour, della centrale nucleare da 2 mila MW di potenza. Dieci ore che seguono al dieci anni di discussioni e di perplessità, dopo 11 si iniziale espresso nel '75 (e lo ha ricordato ieri il presidente Viglione) dell'allora vicepresidente Libertini al primo progetto del governo.

Dopo quel momento di entusiasmo iniziale ci furono richieste di più dettagliate Informazioni e assicurazioni e sono volati cosi nove anni. Anche ieri il si è stato sofferto e non ha avuto l'unanimità. Hanno votato contro la centrale l'indipendente di sinistra Montefalchesl e gli indipendenti eletti nella lista del pci Reburdo e Anna Maria Arlotti, che hanno tirato In ballo i missili e la pace, Galileo. Guglielmo d'Occam e San Francesco. Dal no del due eletti dal pci è emerso il dibattito Interno del partito sull'argomento, ancora ricordato da Livia Turco che, proprio per dargli maggior rilievo e rifacendosi alla posizione di giovani della Fgcl, ha dato un voto di astensione. Anche i due democristiani Villa e Genovese hanno espresso voto negativo, mentre non ha votato il loro collega Penasso; voto contrarlo anche del liberale Gerir.

L'INTERO ARTICOLO È CONSULTABILE QUI.


4 Gennaio 1985 – La Prima pagina di STAMPA SERA, l'edizione "serale" de "La Stampa" che al tempo usciva 2 volte al giorno.

 


 


 

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Thorium Military Proliferation in
Italy - The Map. (english)

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Tutto quello che i fanatici supporters del Business nucleare al torio non vi diranno mai. ____________________________

Il "NUCLEARE BERLINGUERIANO"
Vol. 1 - Intro


Documenti, radici di una cultura industriale. Nomi, Fatti e Fonti inoppugnabili per capire responsabilità, ruoli e scelte che si RIpercuotono sulle Nostre vite di oggi. 10 Volumi per la storia del Movimento Antinucleare in Italia e per la Storia dell'ultranuclearismo politico e istituzionale..

Il "NUCLEARE BERLINGUERIANO"
Vol. 2

Nel 1975, a seguito degli ulteriori aumenti del prezzo del petrolio verificatisi nel corso dell’anno, il governo elaborò, su proposta del Ministro dell’Industria Carlo Donat-Cattin (l'ennesimo "sinistro" di area DC), il Piano Energetico Nazionale, approvato dal CIPE il 23 dicembre 1975..

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Dopo i vari "casi" d o c u m e n t a t i e le fasi degli anni 70 e primi anni 80 come il PEN, Piano Energetico Nazionale, del 1981, giungiamo all' "Era del Fare"...

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3 Anni fa l'Italia diceva ancora NO al nucleare. Perché NON è finita.
di Daniele Rovai:

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