SAVE
TARANTO: L’A.I.A. NON VA CONCESSA
COMUNICATO STAMPA del QUATTRO di LUGLIO 2011:
L’llva resta la maggiore responsabile delle
emissioni di IPA e continua ad emettere diossine
superando i limiti imposti dalla Legge
Regionale.
Oggi siamo giunti al valore medio di 0.70 ng/m3,
una ulteriore conferma della inefficienza dei
sistemi applicati per ridurre le emissioni di
diossine e della totale inadeguatezza della
Legge Regionale a garantire giustizia in caso di
superamento dei limiti imposti.
La Commissione europea ha
intimato a 12 Stati membri, fra cui l'Italia, di
recepire entro due mesi le norme Ue che
stabiliscono sanzioni penali contro i
responsabili di reati ambientali in generale, e
quelle specifiche sull'inquinamento marino.
L'Esecutivo comunitario potrà
ricorrere in Corte Ue di giustizia contro gli
Stati inadempienti. Il termine per il
recepimento da parte degli stati membri della
direttiva (2008/99/Ce) è scaduto il 26 dicembre
2010.
A Taranto, invece,
mentre è in corso una perizia nell’ambito
dell’incidente probatorio che vede indagati i
vertici Ilva per disastro doloso e colposo, i
sindacati e Confindustria premono affinché venga
rilasciata l’AIA, immaginando che i
nuovi finanziamenti impiegati dall’azienda
potranno renderla finalmente ecocompatibile.
Ma nessuna cifra può
garantire l’ambientalizzazione di impianti sui
quali non è possibile alcun tipo di controllo
delle emissioni di fumi e polveri.
Dunque, in base a quali
requisiti il Ministero dell’Ambiente potrebbe
decidere di rilasciare l’Autorizzazione
Integrata Ambientale?
Di fronte ad una evidente
impossibilità ad ottemperare a tutte le
prescrizioni imposte, peraltro difficoltà
espressa dalla stessa Ilva, concedere l’AIA
equivarrebbe a soddisfare le richieste di
modifica avanzate dal Gestore, quali, ad
esempio, la rimozione delle seguenti
prescrizioni:
1. Frequenza di
monitoraggio delle emissioni più restrittiva;
2. Valori di
emissioni più restrittivi rispetto alla
riduzione del 20% dell’attuale limite
autorizzato;
3. Studio di
fattibilità per la copertura totale o parziale
dell’area dei parchi minerali.
4. L’adozione di una
procedura operativa atta a definire in accordo
con gli Enti locali soglie di allarme per la
prevenzione di fenomeni acuti di inquinamento
del territorio circostante l’impianto.
Chiediamo quindi che non
sia accordata l’Autorizzazione Integrata
Ambientale, che le Istituzioni locali si
oppongano compatti e con fermezza.
È un’azione dovuta alla città
che soffre da mezzo secolo, un segnale forte di
cambiamento della politica che, supportata da
dati scientifici inconfutabili, e dalla
cittadinanza che realmente vuole e pretende un
cambio di rotta, programmi il futuro della
città, indipendente dalla grande industria
pesante.
In caso contrario, vorrà dire
che si è toccato il fondo, che incapacità,
incompetenza irresponsabilità sono proprie della
classe politica attuale, che la democrazia
partecipata è solo una parola sulle labbra delle
istituzioni.
Sarà allora legittimo da
parte dei cittadini agire di conseguenza anche
con forti azioni civili.
SAVE TARANTO-Federazione per l’Ecotutela
jonica
Comitato provinciale
Legamjonici,
Comitato provinciale Taranto
lider,
Comitato di Quartiere Tamburi,
Ass. Malati Cronici e
Immunitari,
Ass.Tamburi 9luglio1960,
Ass. Savese per la vita