La trasformazione dello scalo in
megacaserma della 173^ brigata aviotrasportata è
uno dei principali progetti di potenziamento
infrastrutturale delle forze armate USA a
livello mondiale. I lavori, per un importo di
245 milioni di euro, sono stati affidati nel
marzo 2008 a due aziende leader di LegaCoop, la
Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna (CMC)
e il Consorzio Cooperative Costruzioni di
Bologna (CCC).
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Le nuove guerre dei militari USA
di Vicenza
di Antonio Mazzeo
22 Marzo 2012
Torneranno presto nell’inferno afgano i soldati
USA di stanza a Vicenza. Il Dipartimento della
difesa ha reso noto che a partire della
primavera 2012, due brigate di US Army verranno
inviate in Afghanistan per sostituire alcuni
reparti impegnati da mesi nelle operazioni di
guerra. Si tratta della 173^ brigata
aviotrasportata attualmente ospitata a Camp
Ederle (Vicenza) e della 12th Combat Aviation
Brigade di Katterbach, Germania. In vista della
nuova missione bellica, oltre 3.600 uomini della
173^ brigata hanno completato un complesso ciclo
addestrativo nel poligono tedesco di Hohenfels.
Saranno invece 2.400 gli uomini della 12^
brigata da combattimento di US Army che
raggiungeranno l’Afghanistan.
I militari USA di Vicenza sono impegnati pure in
due sanguinosi fronti di guerra del continente
africano: in Somalia, in qualità di consiglieri
della forza multinazionale dell’Unione africana
intervenuta contro le milizie degli shebab; in
Uganda, nella guerra scatenata contro gli ultimi
gruppi ribelli del Lord’s Resistance Army di
Joseph Kony. Appartengono tutti ad US Army
Africa (USARAF), il comando di US AFRICOM che
coordina gli interventi dei reparti di terra nel
continente nero.
Lo scorso mese di febbraio,
alcuni ufficiali di US Army Africa Vicenza,
congiuntamente alla Guardia nazionale del
Tennessee, hanno addestrato una trentina di
membri dell’esercito e dell’aeronautica ugandese
nel quadro delle attività dell’Africa Deployment
Assistance Partnership Teams (ADAPT), il
programma di assistenza del Pentagono per
potenziare la prontezza operativa dei paesi
partner africani (per interventi militari,
peacekeeping, emergenze sanitarie, ecc.). Il
training, secondo l’ufficio stampa di US Army,
“ha consentito di introdurre in Uganda una serie
di elementi operativi come la pianificazione del
movimento delle unità, l’uso di materiale
pericoloso e la preparazione del personale,
degli equipaggiamenti e dei velivoli per il
carico e il trasporto aereo”.
Nell’aprile 20011, US Army Africa Vicenza ha
coordinato nel nord Uganda una vasta
esercitazione militare con lancio di
paracadutisti, a cui hanno partecipato militari ugandesi, il 21st Special Troops Battalion
dell’esercito USA con sede a Kaiserslautern
(Germania) e la 197th Special Troops Company
della Guardia nazionale dell’Utah. “USARAF
continua ad operare in partnership con le forze
armate di Uganda, Rwanda, Burkina Faso, Botswana,
Ghana, Burundi e Togo e punta in futuro ad
estendere il programma di cooperazione ad altri
paesi”, spiegano al quartier generale di
Vicenza.
Un contributo per conoscere meglio la storia,
gli obiettivi, le finalità e l’organizzazione
del nuovo comando giunge dal recente saggio
pubblicato dal generale Willian B. Garret, già
comandante delle truppe statunitensi di stanza a
Vicenza, e dal colonnello Stephen Mariano, alle
dipendenze di USARAF. I due militari analizzano
in particolare la trasformazione del Comando di
US Army in Europa (SETAF) in componente
terrestre del nuovo Comando degli Stati Uniti
d’America per le operazioni in Africa.
“Il 5
dicembre 2008, l’Ambasciatore americano in
Italia, Roland P. Spogli, di concerto con il
Ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini,
annunciò ufficialmente che la Forza Tattica
dell’Esercito degli Stati Uniti del Sud d’Europa
(SETAF) era stata designata quale componente
terrestre del Comando AFRICOM”, scrivono Garret
e Mariano. “La SETAF, di stanza e con sede a
Vicenza dal 1955, ha una lunga storia costellata
di iniziative portate a termine nel continente
africano, nonché di rapporti di collaborazione
con le nazioni dell’Africa.
Negli ultimi 15
anni, è intervenuta sul suolo africano in
numerose occasioni: dalle operazioni di risposta
a situazioni di crisi, alle operazioni di
assistenza umanitaria, a quelle di soccorso in
occasione di calamità naturali”. Tra le
principali operazioni, Garret e Mariano
segnalano il dispiegamento di reparti a Entebbe,
Etiopia (Support Hope nel 1994) e in Congo
(marzo 1997), con l’evacuazione di “personale
non combattente” dallo Zaire (Guardian Retrieval).
“Dopo aver preso parte alle operazioni di guerra
in Iraq e Afghanistan, il Comando USA di Vicenza
si ristruttura focalizzando la propria
attenzione al continente africano”, aggiungono
Garret e Mariano. “Oggi, la SETAF-USARAF
rappresenta una squadra senza paragoni
nell’ambito del settore militare statunitense,
il primo contingente in seno alle Forze
Terrestri dedito a operare in Africa per
cambiarne in meglio il futuro”.
Alla componente
di AFRICOM sono stati assegnati i compiti di
supporto alle operazioni e alle attività della
Combined Joint Task Force Horn of Africa, la
forza di pronto intervento USA con sede a Camp
Lemonier (Gibuti) - la più grande sul suolo
africano – e alle esercitazioni periodiche
multinazionali di Enduring Freedom Trans-Sahara.
Oltre ad assistere tutto il personale
dell’esercito degli Stati Uniti schierato nel
continente nero, US Army Africa Vicenza ha
assunto il compito di “sviluppare il potenziale
africano in termini di rapporti tra e con le
istituzioni per la sicurezza, le organizzazioni
regionali e quelle sub-regionali”. Questo nuovo
impegno si concretizza con un aumento delle
attività di “cooperazione” nel settore
dell’addestramento e della formazione delle
forze terrestri africane, “l’organizzazione di
conferenze e seminari, le vendite di
attrezzature, tecnologie informatiche, ecc.”.
Sempre secondo i due alti ufficiali
dell’esercito statunitense, l’impegno di USARAF
è di “diventare un partner affidabile e sicuro
per le controparti militari africane, le forze
di sicurezza locali, i nostri alleati, tutte le
componenti di AFRICOM, nonché per le altre
organizzazioni governative statunitensi e
organizzazioni internazionali operanti in
Africa”. In quest’ottica, il Comando di Vicenza
vede operare una componente mista,
“civile-militare”, dove però la prima è
ovviamente subordinata alla seconda.
“Gli Stati
Uniti – scrivono Garret e Mariano - sono
fermamente convinti che mediante una nuova
organizzazione civile-militare, i 250 milioni di
dollari spesi all’anno per l’assistenza militare
possano raggiungere i 9 miliardi e possano
essere spesi annualmente in maniera più
efficiente a favore della tutela della salute,
del buon governo e della promozione del
commercio”.
Nel loro saggio, i militari statunitensi
annunciano che le dimensioni del comando di US
Army Africa sarà il doppio di quello della
vecchia SETAF; di conseguenza, saranno
modificati anche i profili professionali del
personale impiegato al Quartier Generale di
Vicenza.
Dalla sua costituzione (2008) ad oggi,
il contingente è già cresciuto tantissimo,
passando da un centinaio a più di 450 uomini.
“Un’altra importante trasformazione è data dal
fatto che il Comando non disporrà di un
contingente militare proprio”, aggiungono Garret
e Mariano. “Ciò non significa che taglierà tutti
i ponti con la 173^ Brigata di fanteria
aviotrasportata combattente; significa però che
il Comandante di USARAF non potrà ordinare
unilateralmente ai reparti della 173^ di partire
per una missione in Africa”.
Con US Army Africa si sono pure rafforzati i
rapporti di collaborazione con le forze armate
italiane, utilizzando soprattutto le attività
del Centro di Eccellenza per le Stability Police
Units (CoESPU), la “scuola” dell’Arma dei
carabinieri destinata alla “formazione” delle
forze di polizia militare africane ed asiatiche,
ospitata nella caserma “Chinotto” di Vicenza.
“Il CoESPU, sancito dal G8 e fondato
dall’Italia, rappresenta un esempio emblematico
di un nuovo partenariato basato su solide
fondamenta”, aggiungono Garret e Mariano.
“Esso
ricade all’interno del più ampio spettro di
progetti della Comunità Internazionale atti a
portare assistenza tecnica e finanziaria alle
forze dell’ordine delle Nazioni in via di
sviluppo, al fine di sviluppare il proprio
potenziale per supportare operazioni di
mantenimento della pace.
L’attenzione principale
del CoESPU è rivolta all’Africa, e l’obiettivo
della USARAF è quello di andare oltre la
semplice risoluzione dei conflitti o semplici
operazioni di coordinamento; l’obiettivo finale
è invece quello di sincronizzare e contribuire
agli interventi di sviluppo del potenziale
locale. Complessivamente, questo partenariato
coinvolgerà un’ampia gamma di ufficiali di
collegamento, interscambi di risorse umane,
tavole rotonde interne, ecc.”
Intanto prosegue frenetico il processo di
ipermilitarizzazione del territorio comunale. Il
colonnello David Buckingham, comandante di US
Army Garrison-Vicenza,
ha formalizzato la
conclusione della seconda fase dei lavori di
realizzazione delle facilities destinate ai
reparti statunitensi all’interno dell’ex
aeroporto Dal Molin.
La trasformazione dello
scalo in megacaserma della 173^ brigata
aviotrasportata è uno dei principali progetti di
potenziamento infrastrutturale delle forze
armate USA a livello mondiale. I lavori, per un
importo di 245 milioni di euro, sono stati
affidati nel marzo 2008 a due aziende leader di
LegaCoop, la Cooperativa Muratori Cementisti di
Ravenna (CMC) e il Consorzio Cooperative
Costruzioni di Bologna (CCC).
“Questa seconda
tranche è consistita nella costruzione degli
uffici e delle infrastrutture di servizio del
173rd Airborne Brigade Combat Team e delle
abitazioni per circa 1.200 soldati single”, ha
spiegato il colonnello Buckingham.
Lo scorso
mese di gennaio, al Dal Molin sono stati
trasferiti i primi reparti di US Army Africa,
mentre il personale restante del comando
raggiungerà la base entro il giugno del 2014.
“Prevediamo invece che entro il giugno 2013 si
completi il trasferimento al Dal Molin dei circa
2.000 militari e delle rispettive famiglie
attualmente ospitati a Bamberg and Schweinfurt,
in Germania.
Il programma ha subìto solo qualche
mese di ritardo a causa delle cattive condizioni
meteorologiche, della bonifica delle munizioni
non esplose ritrovate all’interno dell’aeroporto
(49 bombe italiane e britanniche risalenti alla
Seconda guerra mondiale) e degli scavi
archeologici”. A conclusione dei lavori, il Dal
Molin ospiterà quattro battaglioni e il quartier
generale della 173^ brigata, mentre due
battaglioni dell’esercito resteranno nella
vicina Camp Ederle. “Vicenza sarà la città
italiana con la più alta presenza di militari
USA in termini di popolazione, con circa 5.000
uomini distribuiti tra il Dal Molin e l’Ederle”,
ha concluso Buckingham.
Ai lavori nel vecchio scalo si sono aggiunti
quelli all’interno del Villaggio Housing di
Vicenza per la costruzione di un nuovo liceo per
i figli del personale militare.
La struttura
sorgerà accanto agli edifici che ospitano la
scuola media e comporteranno una spesa di
41.864.000 dollari sul bilancio Military
Construction Family Housing 2012 del
Dipartimento della difesa. I lavori saranno
completati entro l’agosto 2014.
Oltre alle aule
scolastiche, il nuovo liceo avrà una palestra
coperta, un campo di calcio e uno per il basket,
campi da tennis, una multisala per incontri e
proiezioni, una caffetteria, una mensa
scolastica, alcuni laboratori scientifici e sale
computer, un magazzino e i relativi uffici
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